EDITORIALE
Edvige Facchi
Nadia Magnani
Giuseppe Cardamone
È nella cultura e nella prassi dei Servizi Pubblici di Salute mentale comunitari ed orientati alla recovery lavorare contestualmente oltre che sulla dimensione clinica psicopatologica sugli assi dell’abitare, del funzionamento scolastico-lavorativo e della dimensione socio-relazionale.
È a partire dall’abitare che si articolano i processi riabilitativi.
Nel 1951, Martin Heidegger tiene a Darmstadt una conferenza dal titolo Costruire abitare pensare. Il tema dell’abitare assume per Heidegger una dimensione ontologica. L’umanità necessita di trasformare spazi anomici in luoghi dove dimorare e dove abitare. Attraverso la costruzione e la cura (umanizzazione) uno spazio può trasformarsi in un luogo abitabile, in una “casa”. Nel tedesco antico, specifica Heidegger, la parola bauen significa sia costruire che abitare, e contiene bin “[io] sono”. Il nostro essere-nel-mondo si traduce innanzitutto nella forma dell’abitare.
Diviene necessario da un lato riflettere sulla situazione delle persone (spesso migranti) che faticano a trovare un luogo dove dimorare, e a partire da questo dato la conseguente difficoltà se non impossibilità a costruire un progetto terapeutico; dall’altro lato è necessario riflettere sui luoghi istituzionali, tra cui le strutture residenziali psichiatriche, pensate specificamente come dispositivi di cura che, anche attraverso una certa qualità dell’abitare, dovrebbero determinare la loro funzione terapeutica e in maniera ancor più complessa la questione delle REMS.
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