L’esperienza della struttura psichiatrica intermedia per autori di reato “I Prati” di Abbadia S. Salvatore (SI) dall’apertura sino ad oggi
Autori
(1) Psicologo-Psicoterapeuta SRP 1-2 “I Prati”
(2) Medico Psichiatra SRP 1-2 “I Prati”
Ricevuto il 14/06/2023 – Accettato il 24/06/2023
Riassunto
La struttura intermedia SRP1 “I Prati” di Abbadia S. Salvatore nasce nell’agosto 2017 a seguito della realizzazione del progetto della Azienda Sanitaria Usl Toscana Sud Est per far fronte all’esigenze dettate dalla legge 81/2014 che ha chiuso gli OPG. A oltre 6 anni dall’avvio di questa esperienza abbiamo raccolto numerosi dati relativi alle caratteristiche degli ospiti, alle attività, alle relazioni istituzionali ed alle modalità di rapporto con i servizi del territorio.
Abstract
The psychiatric residential facility SRP1 "I Prati" located in Abbadia San Salvatore opened in August 2017. The Local Health Unit Toscana Sud Est wanted the foundation of this rehabilitative facility after law 81/2014 established the closure of forensic psychiatric hospitals. This paper presents the data we collected in more than six years concerning the inpatient psychopathological features, the rehabilitative treatments and the relationships with the judicial authorities and the mental health departments.
Il primo modulo della struttura intermedia SRP-1 “I Prati”, ad alta intensità assistenziale con quattro posti letto, è stato avviato il 16 agosto 2017, con un progressivo aumento a sei, poi otto fino agli attuali dieci posti letto dall’ottobre del 2020.
Srp1 “I Prati” è una struttura di nuova costruzione concepita in seguito alla legge 81/2014 che chiudeva gli OPG e predisponeva che il territorio si dotasse di residenze che potessero accogliere i pazienti psichiatrici autori di reato. Si tratta di un ampio edificio circondato da vasti spazi esterni, distante circa 3km dal centro abitato del paese di Abbadia S. Salvatore, al quale è collegato con un servizio autonomo di navette e che si può comunque agevolmente percorrere a piedi seguendo l’antica Via Francigena.
Sono presenti sulle 24h personale OSS ed infermieristico, il gruppo multi-professionale è inoltre composto da educatori, psicologo e psichiatra. È garantita poi la presenza del direttore sanitario e della responsabile coordinatrice della struttura, la quale gestisce anche i turni del personale.
L’ingresso in struttura avviene tramite proposta del servizio psichiatrico territoriale USL che ha in carico il paziente, con l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria; il direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Azienda Usl Toscana Sud-Est, congiuntamente al direttore sanitario della struttura, autorizzano a doppia firma l’accesso del paziente alla residenza.
La permanenza dell’ospite è determinata dai rinnovi dei progetti terapeutico riabilitativi individualizzati (PTRI) elaborati dal servizio inviante e dagli operatori della struttura coerentemente con i tempi indicati dall’autorità giudiziaria.
Dall’inizio dell’attività ad oggi ci sono stati 29 accessi in struttura per un totale di 27 utenti, tutti appartenenti alle province di Arezzo, Siena e Grosseto: di queste, 13 persone sono provenienti dal carcere, 10 dal SPDC, 3 da altre strutture psichiatriche e 3 dal proprio domicilio.
Di questi ospiti, 24 sono maschi e 3 femmine, con un’età media di 32 anni.
La permanenza media risulta di circa un anno e mezzo dove la più lunga si è protratta per quattro anni e mezzo e la più breve è stata di circa un mese.
Per quanto riguarda gli anni 0ttobre 2020-settembre 2021 e ottobre 2021-settembre 2022 (due anni in cui la residenza ha iniziato ad avere 10 posti letto) abbiamo valutato l’intervallo di turn-over (IT), ovvero la misura del tempo medio tra le dimissioni di un paziente e la successiva ammissione di un altro quale indice della capacità della struttura di far fronte alla domanda dell’utenza. L’intervallo di turn-over del primo anno preso in considerazione, con degenza effettiva di 2607 giorni per 11 posti letto, risulta essere del 94,8. L’intervallo di turn-over del secondo anno preso in considerazione, per 3581 giorni di degenza effettiva e n.15 pazienti, risulta essere del 4,6.
Come si evince da questi dati, già nel secondo anno a pieno regime l’intervallo di turn-over si è minimizzato, questo a dimostrare la perfezionata capacità della struttura di far fronte in modo efficiente alla domanda dell’utenza.
Dall’apertura della residenza a tutt’oggi sono stati dimesse presso altre strutture n. 13 persone, invece n. 6 sono stati dimesse presso il proprio domicilio.
Durante il percorso in residenza solo 3 persone hanno avuto bisogno di un ricovero psichiatrico di tipo volontario: non è stato mai necessario effettuare alcun ricovero in TSO; inoltre non si sono mai verificati comportamenti anticonservativi.
Parlando di diagnosi, quella prevalente risulta essere di psicosi:
Del totale di queste diagnosi il 50% risultano associate a disturbi di personalità prevalentemente del gruppo B e circa il 7% a disabilità intellettiva.
I reati commessi sono in prevalenza quelli contro la persona, dei quali n.10 avvenuti in famiglia; in particolare di questi ultimi n.2 sono da classificare come gravissimi secondo la Scala di Parma (Rassegna italiana di Criminologia n.4/2022). A questo proposito le scale di valutazione utilizzate in struttura per stabilire l’andamento del percorso terapeutico-riabilitativo sono la HoNos, la HCR-20 e la sopracitata Scala di Parma.
Questa struttura residenziale di Abbadia S. Salvatore si pone dunque ad ora come l’unico riferimento dell’intera Area Vasta delle province di Arezzo, Siena e Grosseto per la cura di pazienti psichiatrici autori di reato con misura di sicurezza. L’equipe multi-disciplinare garantisce un’assistenza altamente intensiva anche dal punto di vista riabilitativo: infatti oltre alle numerose attività interne esiste anche una rete territoriale ben sviluppata di inserimenti socio-terapeutici ai quali gli ospiti possono partecipare tramite una convenzione stipulata dal servizio territoriale inviante. Esiste un fitto lavoro intessuto anche con il Centro dell’Impiego di Abbadia S. Salvatore per mettere a punto dei progetti di formazione professionale e contatti con le aziende del territorio.
Le attività educative sono effettuate sia al mattino che di pomeriggio e spaziano dai laboratori di cucina, di lavorazione del legno, di informatica, di teatro, di lettura, di musicoterapia, attività di potenziamento cognitivo, trekking , visite guidate e risveglio muscolare fino all’accudimento degli asini e al volontariato presso i canili e gattili della zona. Vengono inoltre pianificate anche attività riabilitative individuali sulla base dei PTRI e dei PEI (Piano Educativo Individualizzato), comprese le acquisizioni di abilità nella gestione delle esigenze di base della vita quotidiana: l’igiene e la cura della persona, degli spazi di vita ed ancora in ultimo l’uso consapevole del denaro.
Sono inoltre numerosi i momenti e le occasioni nelle quali gli operatori analizzano in gruppo con i pazienti le dinamiche relazionali che tendono naturalmente a svilupparsi nella vita quotidiana di comunità.
Un’attenzione privilegiata è da sempre rivolta alle famiglie e ai parenti dei pazienti con i quali sono effettuati incontri periodici di confronto e verifica al fine di recuperare una reciproca fiducia e ricostituire il terreno di un futuro auspicabile reinserimento sociale e familiare.
La struttura quindi negli anni è venuta ad assumere in modo sempre più consistente un ruolo di nodo nevralgico nella gestione di casi complessi, identificandosi come luogo di incontro, di scambio e di verifica tra operatori territoriali di settori diversi, quali quello sociale (assistenti sociali, educatori ASL), quello giuridico (funzionari del UEPE, Magistrati e Avvocati penali e civili) e certamente quello sanitario con il personale dei servizi psichiatrici delle varie zone e province di riferimento.