Volume 25 - 23 Dicembre 2022

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L’arte come alfabeto delle emozioni

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Un invito a cogliere quanto comunicato così come a riconoscerne, allo stesso tempo, il valore artistico: potremmo sintetizzare in questo modo l’occasione offerta da due incontri in cui espressività e produzione artistica, sentimenti, organizzazione e servizi della salute mentale si intrecciano. Di tanto in tanto, come operatori della Salute Mentale ci rendiamo conto di quanto possa essere necessario offrirci la possibilità di sostare, mettere in pausa il fare, soffermarci a riflettere insieme sulle nostre modalità di operare e sulle nostre interazioni e relazioni terapeutiche: allora, attraverso un’attribuzione di senso alla nostra attività quotidiana, potremmo avere la fortuna di imbatterci e scoprire come le doti artistiche della persone di cui ci prendiamo cura riescano a comunicarci i loro affetti senza fare ricorso, sempre e necessariamente, alle parole, ma risvegliando in noi emozioni, suggestioni, sensazioni ed immagini.

Nel corso del 2022 i servizi di Salute Mentale dell’Azienda Usl Toscana sud est hanno realizzato e/o patrocinato eventi in cui la produzione artistica ha segnato il luogo, il modo ed i tempi del dialogo: il 10 ottobre 2022, Giornata Mondiale della Salute Mentale, si è tenuto presso la sala Paul Harris del P.O. La Gruccia di Montevarchi il convegno “I colori della mente”, mentre il 9 dicembre, presso Palazzo Alberti a Sansepolcro, la Mostra “Il Colore Dentro, Francesco Dindelli (1917-1986)”.

I colori della mente”, Ospedale La Gruccia di Montevarchi, 10 ottobre 2022: il convegno, frutto della collaborazione tra Azienda Usl Toscana sud est e Fondazione Centro Basaglia di Arezzo, ha rappresentato occasione di confronto e di dialogo tra appassionati e cultori d’arte, persone in cura presso i servizi di salute mentale, operatori, sull’opera artistica collettiva realizzata spontaneamente dai pazienti presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Montevarchi. In effetti, nel corso di anni, giorno dopo giorno, le persone ricoverate presso quello spazio di accoglimento della sofferenza, hanno riportato sulle pareti della "stanza fumo" le loro emozioni attraverso riflessioni, disegni, poesie, narrazioni di sé: in modo autonomo, genuino, libero, senza alcuna regia, i pazienti hanno sviluppato la loro creatività realizzando una stanza tatuata che invita all'ascolto delle parole tragiche dell’angoscia e della disperazione, ma anche di quelle della speranza e della solidarietà tra esseri umani. Tradurre in opera grafica o in parola graffiata sul murale, ha permesso a tante persone ricoverate in SPDC di entrare in risonanza ed in dialogo con le emozioni degli altri, non provare vergogna per i propri vissuti, valorizzare le proprie risorse espressive e comunicative, avere fiducia che attraverso una dimensione gruppale sia possibile superare periodi tetri e bui della propria vita e ritornare ad essere protagonisti del proprio percorso di cura. Di questa esperienza troviamo traccia anche nel reportage “La stanza tatuata: un diario di mattoni” ad opera di Claudio Repek e pubblicato su Inedita Magazine (anno 1, numero 3, autunno 22).

Il Colore Dentro, Francesco Dindelli (1917-1986)”: la Azienda Toscana Sud Est ha patrocinato la Mostra del Pittore Francesco Dindelli, cittadino di Sansepolcro, che è sopravvissuto a due esperienze tragiche del secolo breve: da una parte, quella del secondo conflitto bellico mondiale e della deportazione nei campi di lavoro in quanto prigioniero, dall’altra quella di un lungo percorso di vita, si tratta di ben 14 anni, all’interno di un ospedale psichiatrico, prima della riforma Basaglia. I disegni monocromatici, tra il 1957 ed il 1972, tratteggiano un paesaggio di volti, sguardi, corpi posati o attorcigliati alle panchine: ci viene mostrato un condensato o, meglio, un precipitato di vita all’interno dell’Ospedale Neuropsichiatrico di Arezzo. La predilezione, in tante riproduzioni figurative di Francesco Dindelli, di riproporre il volto (nota 1) degli altri internati rimanda, forse, a quella nozione nella vulgata comune che fa del volto e della sua mimica lo specchio dell’anima: certo, in alcune pose, a maggior ragione in quei corpi abbracciati alle panchine o ivi distesi, quei compagni di sventure appaiono siderati in una maschera senza parole, il loro corpo bloccato nella catatonia che arresta non soltanto i movimenti, ma anche il divenire dell’esistenza (nota 2). Lo stupor catatonico e l’arresto di questi corpi, tuttavia, viene infranto, a ben vedere, proprio dagli occhi che restano vivi e vitali: fossero anche rivolti verso terra in un’espressione di solitario rimuginio interiore oppure diretti verso un infinito che sa di ricordi o, forse, anche di sogni ad occhi aperti per continuare a nutrire la speranza di un domani migliore del presente, gli occhi di questi naufraghi della vita ritrovatisi all’interno del manicomio sono espressione di come, per quanto possano essere abnormi le esperienze vissute, in ogni essere umano sia possibile ritrovare un alfabeto comune con cui ricostruire la grammatica di un dialogo interrotto. A ben vedere, in effetti, quegli occhi ci comunicano più di tante parole, restano tizzoni accessi che affiorano sotto cenere spenta: la vita interiore, se non anche la vitalità, permangono anche nelle esistenze più autistiche o apparentemente isolate, sta a noi operatori della salute mentale raccogliere la proposta, fosse anche soltanto sommessamente accennata, di intrecciare una relazione di dialogo.

Allo stesso tempo, l’Azienda Toscana sud est ha patrocinato nel suggestivo Castello di Poppi (Ar), immerso nella cornice boschiva del Casentino, il Convegno “Percorsi di vita, rappresentazioni e narrazioni tra psicologia e arte” (16-17 settembre 2022) promosso dalla International Association for Art and Psychology e dal suo Presidente Dr. Roberto Boccalon: l’arte diviene strumento terapeutico oltre che percorso di comprensione delle vicende personali.

Consapevoli del percorso fatto finora così come della necessità che la riabilitazione possa (e debba) essere realizzata nella comunità cittadina e non soltanto all’interno dei Centri Diurni, fiduciosi rivolgiamo il nostro sguardo al domani quando, grazie alla collaborazione tra Azienda USL Toscana sud est ed il Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo (Direttore Dr. Luciano Tagliaferri), saranno realizzati dei laboratori espressivi a cui parteciperanno studenti, utenti in cura presso i servizi di salute mentale (infanzia/adolescenza e adulti) e il SerD di Arezzo, cittadini appassionati d’arte.

Non possiamo, quindi, fare altro che cogliere l’opportunità di “un’educazione all’anima, che è interminabile, si volge non tanto a dimostrare o definire, bensì a esprimere e suscitare, ad affinare la sensibilità, e dunque ad educare il linguaggio, ad ascoltare la voce, ad osservare l’immagine visiva con l’attenzione rivolta al particolare, a discernere i suoni, a percepire lo spazio, a distinguere gli odori e i sapori” (Donfrancesco, 1996): nell’intento di perseguire e realizzare, da sempre, un'arte della cura e adesso consapevoli di valorizzare, anche, un’arte che cura, siamo confortati dal costatare come ogni essere umano, anche in situazioni di sofferenza profonda e spesso indicibile, mantenga la capacità di comunicare le proprie esperienze vissute, trascriverle o rappresentarle attraverso un operare espressivo, finanche artistico, che è un dono offertoci e di cui fare prezioso ed amorevole tesoro.


Note

Nota 1: “Il volto è un viso dotato del potere dello sguardo, ossia della facoltà di ‘guardarvi nel momento stesso in cui lo guardate’” (Stanghellini, 2020).

Nota 2: A Volterra, resta traccia dei pazienti catatonici sulle pareti del padiglione Ferri: in effetti, i graffiti di Oreste Fernando Nannetti (N.O.F.4) definiscono sull’intonaco il perimetro dei corpi degli altri degenti, catatonici, che restavano seduti sulle panchine indifferenti dell’azione creativa del Nannetti (Lippi e Trafeli, 1995; Perry, 2011; Cotoloni, 2018; Trafeli e Quirici, 2022).


Bibliografia

Cotoloni A. (2018). Il diario di Pietra. N.O.F.4. I fantasmi sono Fulminabbili dopo la sua seconda apparizione prende sembianze umane. Manocalzati: Edizioni Il papavero.

Donfrancesco F., (1996). Nello specchio di psiche. Bergamo: Moretti e Vitali.

Lippi A. e Trafeli M. (1995). Esistere nella follia. I disegni “privati” di Nannetti Oreste Fernando per N.O.F. 4. Neopsichiatria. II. Pisa: Edizioni del Cerro.

Perry L. (2011). Nannetti. Lausanne: Collection de l’Art Brut.

Stanghellini G. (2020). Selfie. Sentirsi nello sguardo dell’altro. Milano: Feltrinelli.

Trafeli A. e Quirici M. (2022). Io e Fernando. La storia di N.O.F. 4 raccontata da Aldo Trafeli. Pontedera: Bandecchi & Vivaldi Editore.