Volume 14 - 6 Aprile 2017

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Editoriale Nuova Rassegna di Studi Psichiatrici

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I disturbi mentali sono nei Paesi ad alto reddito la principale causa di perdita di anni di vita per morte prematura e disabilità (17,4%), seguiti dal cancro (15,9%), dalle malattie cardiovascolari (14,8%), dagli infortuni (12.9%) e dalla malattie muscolo-scheletriche (9,2%).

Nel territorio della Azienda Sanitaria Toscana Sudest il disagio psicosociale è la terza emergenza sanitaria dopo quella cardiologica ed oncologica. Il contributo, che a quest’area di disagio generico viene dalla patologia psichiatrica, è il più significativo se non il principale. L'incidenza di problemi di salute mentale nella popolazione generale è molto più alta di quanto si pensi e i dati epidemiologici ci dicono che nella popolazione, circa un quarto ne soffra, sia pure a livelli diversi di gravità.

Questi dati rendono necessaria una riflessione e un approccio innovativo al problema che sappia tenere in considerazione quanto sia difficile, oggi, reperire risorse e al contempo saperne “generare” di nuove.

Diviene necessario, pertanto, per le aziende sanitarie, perseguire due fondamentali obiettivi:
1) produrre interventi innovativi orientati sul momento preventivo-terapeutico, in particolare nella fascia di età dell’adolescenza;
2) completare la rete organizzativa riequilibrando ed ottimizzando l’allocazione delle risorse disponibili.

Il cambiamento che attraversa i sistemi di salute pubblica richiede un’attenzione particolare da parte di tutte quelle agenzie e aree di riflessione attente ai nuovi spazi di pensiero e di riflessione critica.

Nel caso particolare della salute mentale è necessario considerare come l'esigenza di spostare i servizi dalle classiche istituzioni per la salute mentale alla comunità non richieda una semplice ricollocazione dei luoghi di cura, ma un fondamentale “ri-orientamento” dell’atteggiamento degli operatori. L'innovazione diviene, pertanto, innovazione di pensiero e di strategie.

Le risorse della comunità, formali e informali, ad iniziare dalla scuole per attraversare tutte le associazioni no profit, i centri sportivi, il volontariato e i centri di aggregazione dei giovani, si riappropriano del fondamentale ruolo di “costruttori di salute mentale” e sociale, da un lato, e di strumenti per recuperarla nei casi in cui qualcosa sta andando storto e sia necessario intervenire, in sinergia con i servizi di salute mentale più tradizionalmente intesi.

Ed è questo l'augurio che voglio rivolgere agli operatori della salute mentale e a questa rivista che ne rappresenta le molteplici voci: riuscire in questo processo in cui la prevenzione e la sinergia con la comunità possano davvero diventare la prassi dei servizi di salute mentale di questo inizio del terzo millennio.