Volume 13 - 4 Agosto 2016

La rivista Psicoterapia e Scienze Umane

Autore
Francesco Corlito

Psicologo, psicoterapeuta, Punto Famiglia Società della Salute, COESO Area Grossetana, Cooperativa Sociale Uscita di Sicurezza

Presentato 19 febbraio, 2016 rivisto il 28 febbraio 2016, accettato il 30 marzo 2016

Nel 2016 la rivista trimestrale “Psicoterapia e Scienze Umane” compie 50 anni di pubblicazione ininterrotta. In questo mezzo secolo di vita, questa rivista ha accompagnato lo sviluppo delle psicoterapie, della psicoanalisi e le questioni della formazione nella psichiatria interpersonale in Italia, cercando di aggiornare i lettori sui dibattiti che avvengono nella disciplina e nello stesso tempo di attivare un pensiero critico libero da condizionamenti di scuole o appartenenze istituzionali. A tutt’oggi rimane la rivista più diffusa del settore in Italia, se si escludono le riviste che vanno automaticamente ai soci di associazioni.

“Psicoterapia e Scienze Umane” è stata fondata nel 1967 da Pier Francesco Galli nell'ambito del progetto formativo e culturale del “Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia - Centro Studi di Psicologia Clinica di Milano” che, a livello editoriale, era già caratterizzato da due iniziative: la collana Feltrinelli "Biblioteca di Psichiatria e di Psicologia Clinica" (fondata da Pier Francesco Galli e Gaetano Benedetti nel 1960, con 87 titoli pubblicati), e la collana Boringhieri "Programma di Psicologia Psichiatria Psicoterapia" (fondata da Pier Francesco Galli nel 1964, con circa 250 titoli a tutt'oggi pubblicati). In seguito sono state fondate altre collane, come la collana Bollati Boringhieri "L'osservazione psicoanalitica" nel 1992 (con 24 titoli), e la serie "Tracce dalla Psicoanalisi" presso l'editore Einaudi.

Il “Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia”, che dagli anni 1970 prese il nome di “Psicoterapia e Scienze Umane”, si costituì in maniera informale nel 1960 con la seguente impostazione:

1. collegamento con la psichiatria, la psicoterapia, la psicoanalisi internazionali in tempi reali, recuperando il ritardo nazionale (va tenuto presente che allora non vi erano le facoltà di Psicologia, la Psichiatria doveva ancora scorporarsi dalla Neurologia, e in generale l'Università italiana era totalmente impreparata nel campo della psicoterapia);

2. attivazione di piccoli gruppi di formazione permanente che potessero riprodursi "per gemmazione", impostati con funzione di stimolo centrifugo, riducendo la dipendenza dall'appartenenza e responsabilizzando l'individuo sul proprio processo formativo (cinque importanti scuole di psicoterapia di Milano hanno preso le mosse da questo gruppo);

3. confronto teorico-clinico nel gruppo originario e nelle forme organizzative successive tra colleghi di formazione diversa (nel primo gruppo erano presenti freudiani, daseinanalisti, interpersonalisti, junghiani, kleiniani, e chi poi approfondirà l'approccio sistemico come Mara Selvini Palazzoli);

4. in parallelo con le iniziative di formazione privata, interventi nei servizi pubblici per la formazione psichiatrica e psicoterapeutica (l'intervento nei servizi pubblici e l'integrazione pubblico-privato hanno costituito uno dei principali tratti distintivi della logica operativa del “Gruppo”); in questa prospettiva il “Gruppo milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia” ha introdotto in Italia sin dal 1961 il metodo dei "Gruppi Balint" e la cultura psichiatrica, psicoterapeutica e psicoanalitica di Silvano Arieti, Frieda Fromm-Reichmann, Clara Thompson, Harry Stack Sullivan e Hilde Bruch (riguardo ai Gruppi Balint, vedi la rubrica "Tracce" del n. 3/2005 che contiene anche la relazione che Michael Balint tenne alla giornata di studio del 30 ottobre 1965, e riguardo a Silvano Arieti vedano le rubriche "Tracce" del n. 4/2004, intitolata "Silvano Arieti torna in Italia", e del n. 1/2014). Tra le altre cose, nel 1963 venne attivato, nella sede del gruppo a Milano, un seminario settimanale permanente, molto frequentato, e dal quale prenderanno le mosse diverse diramazioni che segneranno la storia della psicoterapia in Italia (ad esempio i primi 13 numeri della rivista “Fogli di Informazione”, che per tanti anni è stata strumento di collegamento tra coloro che sperimentavano prassi alternative in psichiatria e che ha accompagnato le lotte anti-istituzionali guidate da Franco Basaglia e le vicissitudini del movimento di “Psichiatria Democratica”, sono stati ciclostilati in questa sede); inoltre nel 1967 presso l'Ospedale Psichiatrico di Sondrio è stato realizzato il primo progetto italiano di “teaching hospital” (la struttura di questo “teaching hospital” è illustrata nel n. 1/1967 di “Psicoterapia e Scienze Umane”);

5. un progetto di formazione permanente con lezioni e seminari di ricerca e stimolo, senza didattica scolastico-accademica, in cui l'approfondimento delle conoscenze di base della disciplina è affidata alla responsabilità dei singoli partecipanti.

La rivista, che nel 2006 ha festeggiato il Quarantesimo Anniversario con un volume di 450 pagine, prosegue in continuità storica e formale le attività di formazione iniziate nel 1960, che videro come relatori quanto di meglio offrivano la psichiatria, la psicoterapia e la psicoanalisi di allora a livello nazionale e internazionale. L’elenco e la descrizione dei corsi di formazione organizzati dai primi anni 1960 si può trovare in una pagina web della rivista.

Continuando la tradizione di pluralismo critico, a detta del co-direttore Paolo Migone, in occasione del cinquantesimo anniversario la rivista ha deciso di rivolgere una serie di domande ad alcuni colleghi riguardanti questioni centrali del nostro campo. Questi colleghi sono tra le figure più importanti della psicoterapia a livello internazionale, anche al di fuori della psicoanalisi. Ciascuno dal proprio punto di vista e settore di ricerca, prestando attenzione agli aspetti storici, è in grado di sentire il polso della condizione in cui si trova oggi la nostra disciplina. Le domande riguardano questioni chiave, ad esempio il modo con cui vedono la identità della psicoanalisi e della psicoterapia, la proliferazione di “scuole” diverse, lo spinoso problema del training (la sua crisi, e come eventualmente migliorarlo), la cosiddetta “psicoanalisi contemporanea”, ecc.; è stato anche chiesto se vi è un autore per loro importante e perché, quali concetti centrali della psicoanalisi hanno mantenuto una loro validità, cosa resta della teoria freudiana del sogno, che significato ha oggi ancora l’Edipo, come vedono il rapporto con le neuroscienze, con la ricerca empirica, e così via. Insomma, l’obiettivo è quello di avere un panorama il più dettagliato possibile dei problemi che attraversano il nostro campo e dei modi con cui possono essere risolti.

Hanno già risposto alcuni colleghi aderendo con entusiasmo all’iniziativa. Tutti gli interventi verranno pubblicati in un numero speciale del 2016, ed è possibile che ne emergerà un dibattito interessante. Verranno pubblicate anche alcune riflessioni della redazione sulle risposte ricevute, e si aprirà un dibattito con i lettori.

Per informazioni più approfondite sulla rivista e sulla storia del gruppo di “Psicoterapia e Scienze Umane” si rimanda al sito Internet:

www.psicoterapiaescienzeumane.it