Presentazione della Psicoanalisi Multifamiliare
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Contributo presentato alla Riunione Scientifica SIEP tenutasi a Firenze il 28 e 29 novembre 2024 dal titolo “Quali risorse per la salute mentale? Alleanze tra Servizi, utenti, famiglie, agenzie del territorio”.
La Psicoanalisi Multifamiliare si presenta come un modo per affrontare la patologia psichiatrica grave che stabilisca un “ponte” tra la Psichiatria e la Psicoanalisi e viceversa.
Proveniamo da una situazione in cui abbiamo assistito, storicamente, ad una divisione dei trattamenti riguardanti l’insieme dei pazienti:
- La psichiatria si è occupata e si occupa, in misura prevalente, della patologia psichiatrica grave, le psicosi;
- La psicoanalisi per prima e, in genere, le altre psicoterapie, che si sono sviluppate in seguito, si sono e si occupano della patologia dei casi meno gravi, le nevrosi fino ai cosiddetti “casi limite” tra l’una e l’altra categoria patologica.
Da sempre, ci si è posti il problema se fosse possibile utilizzare, in particolare, il pensiero psicoanalitico e, più in generale, quello psicoterapeutico, per integrare l’intervento psichiatrico e come.
L’ipotesi formulata da Jorge Garcia Badaracco si inserisce in questo tentativo:
La proposta consiste nel riunire insieme molte famiglie, compresi i pazienti, insieme agli operatori di un Servizio di Salute Mentale, sia in cui il paziente risiede, come nella CT o a cui afferisce ambulatorialmente, nel CSM-CD o in cui è attualmente ricoverato, SPDC ospedaliero.
Gli operatori che vi possono partecipare sono sia psichiatri che psicologi psicoterapeuti, sia infermieri, assistenti sociali e terapisti della riabilitazione psichiatrica.
I Gruppi di Psicoanalisi Multifamiliare si sono rivelati utili sia dal punto di vista pratico che da quello teorico.
Dal punto di vista pratico sono stati ottenuti:
- miglioramenti nei rapporti tra i pazienti e i rispettivi genitori e gli altri familiari;
- miglioramenti nei rapporti tra le famiglie, pazienti, genitori e altri familiari e gli operatori;
- miglioramento nei rapporti tra gli operatori dello stesso Servizio appartenenti a professionalità differenti e tra gli operatori appartenenti a Servizi diversi.
Dal punto di vista teorico l’uso sistematico di un Gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare (GPMF) all’interno di un Servizio (CT, CSM-CD, SPDC):
- permette di colmare la distanza abitualmente esistente tra la Psichiatria e la Psicoterapia: per es. risulta possibile utilizzare la psicoterapia anche durante il corso delle “crisi psichiatriche acute”, sia in situazione di ricovero del paziente, che al di fuori del ricovero stesso, tanto quanto si verifica con l’Open Dialogue;
- ha permesso la puntualizzazione delle differenze tra le altre psicoterapie e la psicoanalisi; io penso che non si tratti di stabilire quale sia migliore di altre, ma quali siano le caratteristiche dell’una o dell’altra: per es. la psicoterapia cognitivo-comportamentale fa riferimento al modello medico e psicopatologico classico, nel suo approccio, cioè prende in esame esclusivamente il paziente, con le conseguenze positive e negative che ne derivano; la terapia familiare sistemica prende in considerazione, oltre al paziente, il contesto in cui si verifica il problema, ma svolge la sua attività prevalentemente a livello conscio; la psicoanalisi è l’unica psicoterapia che si occupa dell’individuo e del contesto, prendendo in considerazione i livelli di funzionamento conscio e inconscio della mente dei partecipanti al trattamento;
- anche attraverso il lavoro, da un lato, con le famiglie in ambito psicoanalitico, dall’altro attraverso l’uso dei Gruppi, è stata resa possibile la progressiva trasformazione della psicoanalisi in questi ultimi anni: si è passati dal modello intrapsichico a tributare la giusta importanza dell’interazione tra quello che accade a livello inter-soggettivo e quello che si verifica a livello intrapsichico e viceversa; si è passati a riproporre l’importanza dei “trauma” e dei lutti non elaborati vissuti nella realtà, rispetto a quelli vissuti in fantasia e la maggiore rilevanza del meccanismo di difesa della scissione, rispetto a quello della rimozione.
In sostanza, l’inserimento dei GPMF nei Servizi ha riproposto con forza la necessità, da parte di ognuno che ci lavora, di interrogarsi sulla sua formazione, senza dimenticare che l’unica formazione che prevede che il futuro operatore sperimenti l’esperienza di essere paziente è, tutt’ora, quella analitica.