Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per i Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione nella Regione Toscana: verso una rete clinica integrata
(1)Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze, Azienda USL Toscana Centro
(2) Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Firenze
(3) Direttrice Sanitaria, Azienda USL Toscana Centro
(4) Responsabile Settore Assistenza Sanitaria Territoriale, Coordinamento dei Processi di Programmazione, Direzione Sanità, Welfare e Coesione Sociale, Regione Toscana
(5) Nominativi e affiliazioni nella sezione “Riconoscimenti”
*Corresponding Author:
Dott. Giulio D’Anna
Unità Funzionale Complessa Disturbi Alimentari e della Nutrizione, Azienda USL Toscana Centro
viale Michelangiolo, 41 – 50125 Firenze
Ricevuto il 04 giu 2025; Accettato il 25 giugno 2025
Riassunto
Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per i Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN) è stato recentemente approvato a livello regionale. Tale documento è frutto della collaborazione di professionisti con lunga esperienza clinica nel campo dei DAN. Esso nasce dall’esigenza di creare – alla luce delle evidenze scientifiche disponibili e delle specifiche caratteristiche organizzative dei Servizi – determinati criteri operativi condivisi per la gestione di queste complesse situazioni cliniche. I principi ispiratori sono l’implementazione delle linee guida disponibili e dei trattamenti evidence-based, l’attenzione a un intervento di tipo multidisciplinare integrato e la possibilità di attivare differenti intensità di cura in modo graduale (stepped care). Quest’ultimo aspetto deve essere stabilito alla luce di criteri clinici condivisi e deve garantire una continuità terapeutica attraverso la comunicazione tra professionisti, ferma restando la presenza di un team di riferimento che dispone e monitora gli interventi terapeutici.
Il PDTA discute estesamente i cinque livelli di cura previsti: I) medico di medicina generale e pediatra di libera scelta; II) ambulatorio specializzato; III) terapia ambulatoriale intensiva o semiresidenziale (Centro Diurno, Day Service, Day Hospital); IV) riabilitazione intensiva residenziale; V) ricovero ospedaliero. Viene anche data attenzione al modello hub and spoke (“mozzo e raggi”), che prevede una prossimità delle cure ambulatoriali specializzate – in rapporto con la medicina territoriale – e una progressiva centralizzazione dei casi a maggiore complessità e gravità nelle strutture hub di riferimento. In questo modello organizzativo, le attività terapeutico-riabilitative sono preferenzialmente di livello ambulatoriale, limitando le ospedalizzazioni full-time a casi selezionati.
Il presente lavoro, che evidenzia gli aspetti caratterizzanti del PDTA, ha lo scopo di promuoverne la diffusione tra gli operatori regionali e di avviare un dialogo sulle prassi cliniche anche a livello sovra-regionale, date la rilevanza epidemiologica dei DAN e la complessità e l’eterogeneità organizzativa dei Servizi coinvolti.
Abstract
The diagnostic and therapeutic care pathway for Feeding and Eating Disorders (FEDs) in Tuscany has been recently approved. It is the result of collaboration among healthcare professionals with extensive clinical experience in the field of FEDs. It also reflects the need for shared operational criteria regarding the management of these complex conditions – based on available evidence-based treatments and the specific organization of the involved services. Its core principles include adherence to evidence-based guidelines, the importance of a multidisciplinary integrated treatment, and a stepped care approach (i.e., the gradual and appropriate activation of different levels of care). The latter must ensure continuity of the therapeutic process through constant communication among the involved professionals, with a dedicated team coordinating the intervention.
The document extensively discusses five levels of care for FEDs: I) general medicine or pediatrics; II) specialized outpatient treatment; III) intensive outpatient treatment (Day Center, Day Service, Day Hospital); IV) intensive residential rehabilitation; V) hospital inpatient treatment. The care pathway also refers to the “hub and spoke” model, which aims to provide specialized treatment in widespread outpatient facilities, with intensive care for complex cases centralized in hubs. In this model, outpatient treatment is considered the first-line intervention, while full-time hospitalization is reserved for selected cases.
The present work highlights the main features of the extended document, aiming to reach professionals in local facilities and to promote a discussion on clinical practice at the national level, given the epidemiological importance of FEDs, and the complex and heterogeneous nature of the involved services.
Introduzione
I Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN) sono disturbi psichiatrici complessi associati a un profondo impatto sulla salute fisica e mentale di chi ne è affetto, con ripercussioni sul funzionamento individuale ed interpersonale (Wu et al., 2017; Treasure et al., 2020). I quadri clinici di più frequente riscontro sono l’Anoressia Nervosa (AN, con un sottotipo Restrittivo e un sottotipo Binge-Purge), la Bulimia Nervosa (BN) e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder, BED). In età evolutiva è descritto anche il Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (Avoidant-Restrictive Food Intake Disorder, ARFID). Tali condizioni riguardano in modo prevalente ma non esclusivo il sesso femminile, essendo state descritte anche nel sesso maschile (Weltzin et al., 2005). Riguardo i primi due gruppi diagnostici, negli ultimi decenni – ed in particolare durante la pandemia da SARS-Cov2 – sono stati descritti un aumento dell’incidenza ed un abbassamento dell’età di esordio (Favaro et al., 2009; Linardon et al., 2022). Quest’ultima è di particolare rilievo, in quanto le manifestazioni cliniche prepuberali possono compromettere il normale sviluppo psicologico e fisico delle persone affette, nonché la successiva traiettoria psicopatologica (Monteleone et al., 2021). Ciò rende i DAN un’importante sfida terapeutica per i Servizi di salute mentale e per la sanità pubblica in generale (Striegel Weissman & Rosselli, 2017), considerando che una diagnosi precoce ed un trattamento integrato in ambito specialistico sono associati a migliore prognosi (Vall & Wade, 2016).
Per favorire un tempestivo accesso a valutazione e interventi appropriati, è necessario promuovere l’informazione e la formazione nell’ambito delle cure sia primarie che specialistiche, ma anche tra operatori di interesse pubblico che potrebbero intercettare la sofferenza psicologica o problematiche di salute legate ai DAN (p.e., scuole ed associazioni sportive). Spesso, infatti, l’esordio clinico è associato a manifestazioni aspecifiche di sofferenza psicologica, a cambiamenti nei rapporti interpersonali e nelle abitudini di vita, o a manifestazioni somatiche aspecifiche. A ciò si associano di frequente una mancanza di consapevolezza di malattia e una difficoltà di coinvolgimento della rete di supporto, che necessita a propria volta di sostegno (Treasure et al., 2015; Hamilton et al., 2022).
Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale: punti salienti
Multiprofessionalità e stepped care. Per assicurare l’integrazione funzionale tra le varie parti – e per costruire una presa in carico continuativa e articolata – è auspicabile che le diverse équipe siano caratterizzate dalla disponibilità di diverse figure professionali, anche con finalità di consulenza (Figura 1). L’équipe curante dovrebbe avere una formazione condivisa sui modelli di trattamento disponibili, nonché un adeguato spazio di discussione dei casi, prevedendo incontri di confronto periodici sui pazienti in trattamento, anche se transitoriamente inviati ad altro tipo di intervento (p.e., pazienti temporaneamente ricoverati presso altre strutture del network di cura).

I progressivi livelli di intervento sono descritti in Figura 2 (Donini et al., 2010; Ministero della Salute, 2013; 2017). La loro organizzazione risponde a obiettivi di facilità di accesso alle cure (a partire da Medico di Medicina Generale, MMG, o Pediatra di Libera Scelta, PLS) e di appropriatezza dell’intervento rispetto alla situazione clinica ed al momento di vita del paziente. Infatti, il network assistenziale si compone di diversi servizi e strutture che operano in maniera integrata con attività ambulatoriali, semiresidenziali, residenziali riabilitative ed ospedaliere al fine di rispondere ai vari livelli di gravità del quadro clinico ed alle necessità del paziente e dei familiari/caregiver. Il livello di assistenza ritenuto più opportuno deve essere definito dalla équipe di cura che detiene la presa in carico del paziente, sulla base di fattori biomedici, psicopatologici e sociali (p.e., condizioni cliniche, consapevolezza di malattia, motivazione e compliance alle cure, capacità di supporto del paziente da parte dei familiari, interventi effettuati fino a quel momento e relativo esito), limitando a casi selezionati l’ospedalizzazione in ambiente internistico o specialistico (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, SPDC; o Neuropsichiatria Infantile, NPI).

Accesso alle cure. Il primo accesso può avvenire attraverso diversi canali, riassunti in Figura 3. Come discusso più estesamente nel PDTA, l’invio ai Servizi specializzati dovrebbe essere elettivamente effettuato dal MMG o dal PLS, motivo per il quale è raccomandato che tali figure siano formate e aggiornate sulle principali caratteristiche cliniche e psicopatologiche dei DAN, al fine di garantire competenze circa screening, invio a valutazione specializzata con stratificazione della gravità clinica e approfondimento o monitoraggio delle complicanze mediche (Rowe, 2017; Pritts & Susman, 2003). Poiché la diagnosi differenziale con patologie organiche richiede talvolta iter indipendenti e di lunga durata, il sospetto di DAN dovrebbe comunque essere sottoposto a valutazione specialistica per evitare ritardi nell’eventuale presa in carico. Di contro, MMG e PLS dovrebbero avere – in entrata o in uscita da un invio specializzato – possibilità di consulenza da parte dei Servizi per DAN per i casi lievi, subclinici o in follow-up dopo la dimissione dal percorso per remissione psicopatologica.
Sono anche da incentivare forme di accesso diretto attraverso Punti informativi e di ascolto, cui può fare seguito l’orientamento ad un accesso alle cure in elezione (con visita programmata attraverso un Centro Unico di Prenotazione, CUP) o in urgenza.
Alternativamente, l’invio può avvenire anche dal Pronto Soccorso ospedaliero e/o da altri reparti di ricovero (p.e., Pediatria, Medicina interna, etc.), dai servizi di dietetica o da altri servizi territoriali (p.e., Unità Funzionali Salute Mentale Adulti o Infanzia-Adolescenza, UF SMA o UF SMIA), nonché dai Servizi Sociali per situazioni particolari del nucleo familiare. In caso di particolare gravità clinica, ciò avviene con procedure di visita prioritaria non differibile da parte dei Servizi specializzati.

L’équipe multidisciplinare integrata. Le caratteristiche del secondo livello di cura (livello ambulatoriale specializzato) riprendono la definizione di un’équipe multidisciplinare ed integrata. Essa è caratterizzata, al minimo, da interventi medico-psichiatrici, dietetico-nutrizionali e psicoterapici da parte di un gruppo stabile di curanti. Tali interventi devono essere erogati in armonia con le più recenti evidenze scientifiche e linee guida internazionali (National Institute for Clinical Excellence, NICE, 2017; Crone et al., 2023).
Una volta acclarata la necessità di una presa in carico, deve essere tempestivamente individuata un’équipe multidisciplinare con una figura di riferimento per ciascun profilo professionale richiesto, individuando tra queste un case manager. L’intervento disposto deve mirare ad una personalizzazione delle cure. Infatti, i Servizi ambulatoriali specializzati devono prevedere un assetto organizzativo che favorisca una presa in carico globale del paziente, facendosi carico di tutti i necessari interventi internistici, psichiatrici, psicologici, dietetico-nutrizionali e sociali. A tale scopo, potranno essere coinvolte o meno alcune figure dell’équipe, anche in regime di consulenza, sulla base dei bisogni emergenti. Tutti gli attori terapeutici dovrebbero avere regolari spazi di confronto clinico ed agire in modo coordinato.
Il percorso ambulatoriale specializzato e la relativa équipe hanno inoltre un ruolo di filtro e di coordinamento rispetto ai successivi livelli terapeutici, presso cui dispongono l’accesso in accordo con le strutture interessate. In questo senso, tale livello di intervento rappresenta la centralità della rete e garantisce la continuità nel percorso terapeutico.
L’intensificazione delle cure nel PDTA regionale. In un’ottica di rapporto costo-beneficio, i trattamenti ambulatoriali intensivi ed in regime di day program (corrispondenti al terzo livello di cura) sembrano offrire – rispetto ai ricoveri a tempo pieno – outcomes comparabili a fronte di costi sanitari inferiori (Hay et al., 2019; Ali et al., 2021). Tali interventi hanno peraltro il vantaggio di non destrutturare eccessivamente la vita dei pazienti, laddove l’ospedalizzazione a tempo pieno rischia di rinforzare l’identità di malattia o l’esclusione sociale. Inoltre, i progressi terapeutici conseguiti nell’ambiente di vita naturale tendono a essere più stabili e generalizzabili. Risulta quindi auspicabile orientare i Servizi verso un modello di cura ambulatoriale intensivo con possibilità di incrementare in modo flessibile l’accesso ad attività terapeutico-riabilitative a tempo pieno.
In particolare, è stato documentato che i trattamenti in regime di accesso diurno intensivo sarebbero applicabili con costi ridotti ed analoghi benefici clinici dopo un periodo di ospedalizzazione a tempo pieno (Herpertz-Dahlmann et al., 2014; Baudinet & Simic, 2021). Questo prevede anche lo svezzamento progressivo dalla Nutrizione Enterale (NE) in ambiente a minore intensità di cura, qualora sia stata posta indicazione in tal senso (Rizzo et al., 2019; Hong-Yeul Lee et al., 2022).
Dati di efficacia analoghi derivano dalla intensificazione delle cure nella fase precoce di un percorso ambulatoriale che non stia dando esito positivo (Simic et al., 2018), suggerendo che la disponibilità di una attivazione tempestiva del terzo livello di cura possa potenzialmente evitare ricoveri riabilitativi ed ordinari.
Elemento di primaria importanza all’interno del PDTA regionale è proprio l’articolazione del terzo livello di cura in diversi servizi caratterizzati da peculiarità organizzative che rispondono a bisogni assistenziali diversificati (Centro Diurno, Day Service, Day Hospital). A questo livello corrispondono percorsi assistenziali integrati cui si accede tramite decisione del team multidisciplinare che ha in carico il paziente, dopo il consenso dello stesso e dei familiari (se coinvolti). Nel PDTA sono estesamente discussi i criteri di appropriatezza, di ammissione e di esclusione da questi percorsi, e ne sono discusse le specificità cliniche con particolare riferimento all’indicazione terapeutica ottimale (sulla base di caratteristiche di decorso clinico, di fattori ambientali e di disponibilità di strutture; Figura 4).

I ricoveri riabilitativi (quarto livello) e quelli in regime ospedaliero (quinto livello) rimangono imprescindibili in alcune fasi del trattamento (p.e., nei casi più gravi da un punto di vista di tenuta familiare e di gravità medica, rispettivamente), in situazioni specifiche e dalla durata limitata. Anche tali dispositivi di cura sono attivati su indicazione dell’équipe di riferimento. Rispetto a questi ambiti di trattamento, il PDTA fornisce una cornice che ne chiarisce gli aspetti caratterizzanti e le principali indicazioni. Trattandosi di interventi ad alta complessità su quadri clinici e psicopatologici gravi, essi sono frequentemente svolti in strutture dedicate e centralizzate, con équipe diverse da quella di secondo livello (Toppino et al., 2024). Pertanto, in questi casi è particolarmente indicato il regolare confronto clinico tra i curanti, allo scopo di mantenere la continuità assistenziale. Più in dettaglio:
- il ricovero riabilitativo risponde a differenti necessità cliniche (p.e., riabilitazione nutrizionale estensiva, sviluppo di abilità e di autonomia progressiva sul piano di altri comportamenti problematici, etc.) e richiede interventi personalizzati a seguito di un’adeguata fase di assessment;
- il ricovero ordinario risponde a criteri di gravità medica e/o psicopatologica (Royal College of Psychiatrists, 2022) e deve essere preferenzialmente condotto presso un reparto specializzato per il trattamento dei DAN, in posti letto dedicati.
In appendice, il PDTA presenta una tabella di scoring di ausilio alle differenti decisioni cliniche di indicazione a valutazione medica urgente, di invio a ricovero ospedaliero, o di gestione territoriale del paziente (adulto e pediatrico): qui sono valutati aspetti afferenti a psicopatologia alimentare e generale, criteri internistici e fattori psicosociali. Di contro, data l’assenza di criteri di dimissione universalmente riconosciuti dalla letteratura scientifica, la decisione della durata del ricovero è competenza dell’équipe ospedaliera specializzata, fermo restando il fatto che, al momento della dimissione, debbano risultare assenti tutti gli elementi clinici che hanno determinato il ricovero.
Hub and spoke. L’approccio multiprofessionale ed integrato ripreso e descritto dal PDTA prevede la presenza di un sistema di assistenza territoriale di tipo hub and spoke (Figura 5). Con ciò si intende il trattamento dei casi a maggiore complessità – e la localizzazione dei relativi livelli di cura – in un numero limitato di strutture altamente specializzate e dotate di servizi più specifici (cd. hub), con gestione dei casi a minor complessità di intervento in servizi decentrati (cd. spoke). Questi ultimi dovrebbero essere distribuiti secondo le caratteristiche socio-demografiche e di accessibilità del territorio. Nel PDTA sono richiamate in esteso le caratteristiche di queste due tipologie di struttura, con particolare riferimento alla prossimità delle cure e alla facilità di accesso della struttura spoke (p.e., disponibilità di Punti informativi e di ascolto ad accesso diretto).

Conclusioni e direzioni future
Attraverso i contenuti descritti, il PDTA regionale mira a disporre di criteri condivisi per qualificare le risorse presenti sul territorio e la loro offerta assistenziale, così da migliorare l’appropriatezza d’uso dei livelli terapeutici ed il passaggio tra di essi. L’individuazione di un percorso unitario e coerente mira a ridurre i tassi di drop-out, a evitare il prolungamento dei tempi di degenza e a ridurre i relativi costi diretti e indiretti (p.e., legati alla cronicizzazione dei disturbi). In definitiva, il modello assistenziale proposto si ispira alle linee guida europee e nordamericane per i DAN (NICE, 2017; Crone et al., 2023) e alle indicazioni ministeriali italiane (Ministero della Salute, 2013; 2017), tenendo tuttavia conto della complessità della realtà assistenziale toscana e della recente implementazione del Decreto Ministeriale 77/2022 in materia di assistenza territoriale (Ministero della Salute, 2022).
Al fine di migliorare ulteriormente la rete di cura, rimane di fondamentale importanza tenere conto di fattori come la distinzione nelle modalità di accesso tra minori e adulti (che rischia di creare barriere arbitrarie nell’accesso ai trattamenti, soprattutto a cavallo della maggiore età), così come pure della fisiologica eterogeneità organizzativa dei territori e delle strutture che vi operano (aziende ospedaliero-universitarie, strutture private convenzione, etc.), che deve essere necessariamente associata alla presenza di prassi cliniche condivise e coerenti con le necessità di cura di ogni singolo paziente.
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Riconoscimenti – Componenti del Comitato di redazione, verifica e approvazione del PDTA
Componenti del tavolo di lavoro
- Dr.ssa Anna Ajello, Funzionario programmazione Assistenza Sanitaria Territoriale, Regione Toscana
- Dr. Marco Armellini, Direttore DSMD AUSL Toscana Centro
- Dr. Emanuele Cassioli, Ricercatore, Università di Firenze
- Prof. Giovanni Castellini, Professore Associato SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Dr. Angelo Cerù, Direttore DSMS AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Giuliana Galli, Direttore DSMD AUSL Toscana Sud Est
- Dr. Stefano Lucarelli, Direttore f.f. UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Monica Marini, Direzione Sanità, Welfare e Coesione Sociale, Regione Toscana
- Dr.ssa Fiammetta Mozzoni, Direttrice UOC Psicologia Salute Mentale e Dipendenze, AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Alessandra Orsi, Psicologia Età Evolutiva AOU Senese
- Dr.ssa Margherita Papa, Direttrice UOC Psicologia Salute Mentale e Dipendenze, AUSL Toscana Sud Est
- Dr.ssa Rosanna Perone, Direttrice UOC Psicologia Salute Mentale e Dipendenze, AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Tiziana Pisano, Responsabile SOSD Psichiatria AOU Meyer IRCCS
- Prof. Valdo Ricca, Direttore SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Dr. Alberto Rossi, Referente DAN AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Raffaella Tancredi, Direttore f.f. UO Neuropsichiatria Infantile IRCSS Fondazione Stella Maris
Referenti del gruppo di redazione
- Dr. Stefano Lucarelli, Direttore f.f. UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Tiziana Pisano, Responsabile SOSD Psichiatria AOU Meyer IRCCS
- Dr.ssa Barbara Mezzani, Direttrice CODA Villa dei Pini
- Prof. Valdo Ricca, Direttore SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Prof. Giovanni Castellini, Professore Associato SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Dr.ssa Maria Rita Troiani, Referente Area Psicologia, UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Barbara Paladini, Referente Dietetica Professionale, UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Fabiola Maroli, Referente Educatori Professionali UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Silvia Giorli, Referente SAS UFC DAN AUSL Toscana Centro
Gruppo di redazione
- Dr.ssa Lucilla Bonvini, Referente DAN SOSD Psichiatria AOU Meyer IRCCS
- Dr. Giulio D’Anna, Referente Day Service UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Ilenia Giunti, Referente sede di Empoli UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr. Gabriele Giuranno, Neuropsichiatra infantile UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Lisa Lazzeretti, Referente sede di Firenze UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Michela Martelli, Psichiatra UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Flavia Volpones, referente DAN area minori AUSL Toscana Centro
- Dott. Alessandro Antonio Natale Zappalà. Dietista, Dietetica Professionale UFC DAN AUSL Toscana Centro
Processo
- Dr. Stefano Lucarelli, Direttore f.f. UFC DAN AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Tiziana Pisano, Responsabile SOSD Psichiatria AOU Meyer IRCCS
- rof. Valdo Ricca, Direttore SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Prof. Giovanni Castellini, Professore Associato SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Dr.ssa Rosanna Perone, Direttrice UOC Psicologia Salute Mentale e Dipendenze, AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Fiammetta Mozzoni, Direttrice UOC Psicologia Salute Mentale e Dipendenze, AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Margherita Papa, Direttrice UOC Psicologia Salute Mentale e Dipendenze, AUSL Toscana Sud Est
- Dr.ssa Rita Marianelli, Responsabile UOC Dietetica Professionale AUSL Toscana Centro
- Dr.ssa Saskia Nesti, Responsabile UOC Dietetica Professionale AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Gloria Turi, Direttrice UO Dietetica Professionale Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie della Riabilitazione e della Prevenzione AUSL Toscana Sud Est
- Dr.ssa Anita Nannoni, Responsabile Dietetica AOU Careggi
- Dr.ssa Laura Chiesi, Responsabile UP Dietetica AOU Meyer IRCCS
- Dr. Alberto Rossi, Referente DAN AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Sara Badii, Responsabile clinica Centro Auryn, Istituto Agazzi
- Dr.ssa Barbara Mezzani, Direttrice CODA Villa dei Pini
- Dr. Gianluca D’Arcangelo, Direttore Sanitario Gli Orti di Ada
- Dr. Gregorio Loverso, Direttore sanitario Residenza Madre Cabrini DCA
- Dr. Luca Maggi, Responsabile DAN Ville di Nozzano
- Dr.ssa Raffaella Tancredi, Direttore f.f. UO Neuropsichiatria Infantile IRCSS Fondazione Stella Maris
- Dott.ssa Manuela Nardi, SOS Attività di Riabilitazione Funzionale Firenze
- Dr.ssa Elisabetta Alti, Direttrice Dipartimento di Medicina Generale AUSL Toscana Centro
- Dr. Valdo Flori, Pres. On. Federazione Italiana Medici Pediatri Toscana
Verifica
- Dr. Marco Armellini, Direttore DSMD AUSL Toscana Centro
- Dr. Angelo Cerù, Direttore DSMS AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Giuliana Galli, Direttore DSMD AUSL Toscana Sud Est
- Dr.ssa Simona Dei, Direttore Sanitario AUSL Toscana Centro
- Dr. Giacomo Corsini, Direttore Sanitario AUSL Toscana Nord Ovest
- Dr.ssa Assunta De Luca, Direttore Sanitario AUSL Toscana Sud Est
- Prof. Valdo Ricca, Direttore SOD Psichiatria, AOU Careggi
- Prof.ssa Liliana Dell’Osso, Professore Ordinario di Psichiatria, Università di Pisa
- Prof. Andrea Fagiolini, Professore Ordinario di Psichiatria, Università di Siena
- Dr.ssa Daniela Matarrese, Direttore Sanitario AOU Careggi
- Dr.ssa Tiziana Pisano, Responsabile SOSD Psichiatria AOU Meyer IRCCS
- Dr. Emanuele Gori, Direttore Sanitario AOU Meyer IRCCS
- Dr. Giorgio Apazzi, Direttore Sanitario Istituto Agazzi
- Dr. Paolo Rossi Prodi, Direttore sanitario Casa di Cura Villa dei Pini
- Dr. Adolfo Bandettini di Poggio, Direttore medico Ville di Nozzano
- Dr. Giuseppe Paladino, Direttore Sanitario IRCSS Fondazione Stella Maris
- Dr. Gianluca D’Arcangelo, Direttore Sanitario Gli Orti di Ada
- Dr. Gregorio Loverso, Direttore sanitario Residenza Madre Cabrini DCA