Volume 31 - 4 Novembre 2025

Intervento presentato alla Riunione Scientifica della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, Firenze, 28 e 29 novembre 2024

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Contributo presentato alla Riunione Scientifica SIEP tenutasi a Firenze il 28 e 29 novembre 2024 dal titolo “Quali risorse per la salute mentale? Alleanze tra Servizi, utenti, famiglie, agenzie del territorio”.



Buongiorno a tutte e a tutti.

inizierò questo mio intervento esprimendo GRATITUDINE verso tante piccole cose che mi hanno permesso e motivato ad essere qui con voi oggi.

Innanzi tutto voglio ringraziare il Presidente Fabrizio Starace e il dott. Giuseppe Cardamone per avermi invitato a portare la voce degli “utenti toscani della salute mentale” in questa riunione scientifica della SIEP.

Grazie anche per avermi dato la parola subito, la prima giornata, dopo le relazioni introduttive. È per me un evento inusuale. Di norma vengo collocato a chiusura del programma di un evento quando la sala è semivuota. E questo crea in me molta amarezza, perché percepisco che in tantissimi parlano di salute mentale senza ascoltare cosa hanno da dire i diretti interessati.

Grazie infine per l'importanza che avete dato nel titolo di questa riunione a noi utenti considerandoci una risorsa (e non solo un problema) per il benessere di una comunità.

A nome degli ESP toscani e più in generale degli iscritti alla neonata associazione nazionale A.I.P.E.S.P. - di cui faccio parte - vi confermo, da subito, che noi accettiamo l'alleanza che ci proponete e saremo al vostro fianco come protagonisti nel sostenere e riorganizzare i servizi pubblici di salute mentale.

Cosa posso donarvi io, nel mio piccolo, per ricambiare l'affetto e l'attenzione che mi dedicate? Sicuramente non un intervento accademico corredato da ricerche e dati epidemiologici.

Ho avuto il piacere di ascoltare la dott.ssa Nadia Magnani a Grosseto la settimana scorsa e ritengo che la SIEP abbia già al suo interno conoscenze scientifiche e competenze di prim'ordine.

Posso però mettere a vostra disposizione quel SAPERE ESPERENZIALE messo insieme in 65 anni della mia vita, tra vissuti personali e ascolto di pari nei gruppi di auto mutuo aiuto che ho frequentato.

Sono nato a Roma e li ho vissuto fino all'età di 30 anni. Ho terminato i miei studi fino all'università e poi, durante una borsa di studio dell'ICE (Istituto per il Commercio con l'Estero) fatta in Olanda e Francia sono entrato improvvisamente in contatto con il DAP (disturbo da attacchi di panico). Da quei ricoveri nei pronto soccorso di Amsterdam e Parigi è iniziata la mia frequentazione con gli psicofarmaci dai quali non sono mai più riuscito a liberarmi.

Ci sono domande a cui devo rispondere con sincerità:

  1. tutte le benzodiazepine, gli antidepressivi, gli Imao, gli anti psicotici e gli stabilizzanti dell'umore che mi sono stati prescritti in tutti questi anni mi hanno fatto stare sempre bene ? La risposta è NO. In alcuni casi mi hanno fatto stare molto peggio... in altri sono stati causa di danni iatrogeni. E dire che a Roma ero seguito dal dott. Paolo Pancheri considerato allora un luminare al pari del Prof. Cassano a Pisa.
  2. la psicoterapia di supporto intrapresa (prima di gruppo e poi individuale) mi è stata di beneficio? La risposta è NO. Ho speso molti soldi, ma né Freud né Jung né Adler hanno migliorato la mia salute mentale.

L'uso prolungato e a dosi crescenti di benzodiazepine mi portò ad una fortissima dipendenza di cui nessun clinico mi aveva informato a sufficienza. Ero molto depresso, confuso, con una forte astenia e incapace di provare emozioni (sia positive che negative). Svolgere in queste condizioni le attività quotidiane, compreso il lavoro, fu molto stressante e logorante.

Giunto a questo stadio presi la decisione di lasciare Roma e trasferirmi in Toscana.

Feci un salto nel buio, ma dal buio di quel tunnel provvidenzialmente è iniziata la mia rinascita.

Gli psichiatri della clinica universitaria di Pisa finalmente mi fecero (nel 1996) una corretta diagnosi (disturbo bipolare) e trovarono la cura giusta. Oggi con una terapia di mantenimento basata su uno stabilizzatore dell'umore e un antidepressivo potete valutare voi stessi il mio stato emotivo, cognitivo e relazionale.

Aver incontrato Diana Gallo e l'associazione l'Alba a Pisa mi ha portato a conoscere l'auto aiuto e la figura del facilitatore sociale (un'attività di servizio alla persona che non conoscevo). Mi ha permesso di scoprire una una realtà di riabilitazione psichiatrica molto innovativa e molto rara.

È stato il mio primo contatto con la Rete Toscana degli Utenti.

Non mi considero guarito definitivamente e devo tenere sotto controllo diversi effetti collaterali insorti nel frattempo quali: deficit di memoria, pensiero rallentato, sindrome metabolica, aumento del peso.

Quale sia lo stato della plasticità del mio cervello dopo un uso così prolungato di psicofarmaci (38anni) è un dubbio che ancora mi crea angoscia.

Oggi però sono riuscito a prendere da solo un treno da Pontedera per venire a Firenze e a parlare in pubblico davanti ad un uditorio così qualificato. Mi sento presente, qui e ora, e non altrove con i miei pensieri. Non ho quei disturbi neurovegetativi e gastrointestinali che hanno rovinato tante giornate della mia vita. Provo gioia e autostima ad essere qui con voi. In poche parole: mi sento bene.

La mia carriera lavorativa è stata costellata di cadute e nuovi inizi.

Ho fatto il lavoratore dipendente e ho subito mobbing e licenziamenti.

Ho svolto lavoro autonomo con partita IVA, ma l'eccessivo carico di responsabilità che la libera professione richiede ha messo a nudo i miei limiti con cui devo convivere.

Da anni sono iscritto al collocamento mirato avendo aumentato la mia percentuale di invalidità per una sopraggiunta patologia oncologica. Ma nessun datore di lavoro pubblico o privato mi ha ritenuto idoneo per essere assunto.

Nonostante tutto non mi sono rassegnato ad essere considerato uno scarto inattivo della comunità in cui vivo.

Dopo aver conosciuto l'inferno ho deciso di tornarci con l'obiettivo di contribuire a liberare dalla sofferenza (assieme a voi) quante più persone possibile. Per questo ho accettato l'incarico di diventare il Presidente della Rete Regionale Toscana Utenti Salute Mentale.

  • Sto cercando di mettere in collegamento tra loro tutti i gruppi di auto mutuo aiuto per la salute mentale presenti nelle nostre 3 aziende USL. Sono le nostre sedi operative sul territorio.
  • Sto cercando di mettere alla guida di questi gruppi ESP formati e qualificati in grado di trasformare persone ai margini in soggetti attivi e portatori di propri diritti.
  • Sto cercando di tenere viva la memoria di tutte le buone pratiche che il servizio sanitario pubblico ha costruito nella nostra regione per applicare la riforma 180.
  • Sto cercando di collaborare attivamente con il Coordinamento Toscano delle Associazioni per la Salute Mentale svolgendo l'attività di segretario del Presidente Galileo Guidi. Portiamo la nostra voce in tutti i tavoli istituzionali e ci mettiamo a disposizione dei decisori politici per contribuire alla progettazione e programmazione di servizi a misura delle esigenze di familiari e utenti.
  • Sto provando a cambiare la narrazione corrente sulla persona con disturbi mentali. Si commette infatti un grossolano errore che condiziona il percepito dell'opinione pubblica alimentando lo stigma. Tutte le psicopatologie vengono associate con la pericolosità sociale e con l'incapacità di intendere e di volere. Conseguenza di questo pensiero disfunzionale è che solo una persona sana ed equilibrata possa parlare di questo tema.

In realtà (come ci ricorda l'OMS) larga parte della popolazione italiana e mondiale può soffrire in un periodo della sua vita di un disturbo mentale che, se opportunamente trattato, può evolvere verso la guarigione e non verso la cronicizzazione.

Moltissimi personaggi dello spettacolo, dello sport, della politica, del mondo accademico, del giornalismo, letterati e artisti hanno dichiarato pubblicamente di soffrirne o di averne sofferto.

E allora perchè non si da voce ai tanti che ancora oggi sono costretti a vivere nell'ombra a causa di pregiudizi?

  • Sto provando a far si che le leggi vigenti (in particolare i Livelli Essenziali di Assistenza) vengano attuate verificando l'operato di chi per delega ha il compito di farle applicare.
    I nostri soci volontari, adeguatamente formati, entrano a pieno diritto negli organismi di partecipazione regionale per la salute mentale (a partire dalle Consulte Dipartimentali delle Aziende Usl fino ai comitati territoriali delle Società della Salute).
  • Sto portando la mia faccia e la mia testimonianza in tutte le 10 province della Toscana per lasciare messaggi di speranza tra gli utenti e i loro familiari.

Per realizzare tutto questo ho bisogno del vostro aiuto.

  1. Fate iscrivere all'associazione i vostri pazienti.
  2. Incoraggiateli a partecipare in prima persona alle iniziative della Rete degli Utenti Toscani, specialmente se sono giovani.
  3. Promuovete i gruppi di auto aiuto nei vostri territori e utilizzate gli ESP che andremo a formare per mantenere i contatti tra i servizi socio-sanitari e gli utenti.
  4. Costruiamo ponti e non muri tra noi pazienti e voi specialisti.
  5. Sosteniamo assieme la ricerca nel settore delle neuroscienze affinché il futuro ci riservi terapie sempre migliori e più efficaci.
  6. Mobilitiamoci uniti per difendere e rilanciare il SSN pubblico.

Concludo con un'ultima riflessione.

Ricordiamoci tutti che le disuguaglianze sociali hanno sempre creato l'anticamera per la povertà materiale e la sofferenza mentale.

Vedo nel mondo troppi psicopatici al potere, sia nella politica che nell'economia.

In Italia c'è troppa indifferenza verso gli ultimi, i non garantiti.

C'è troppo egoismo verso chi non ha privilegi e chiede solo il rispetto dei propri diritti.

C'è troppa paura nelle persone che si trasforma facilmente in aggressività.

C'è troppo poco rispetto verso la cura dei beni comuni. Lo si può rilevare dal progressivo e crescente smantellamento del SSN pubblico a livello nazionale e regionale.

Non lasciamo alla sola psicofarmacologia il compito di portare un po' di felicità in questo mondo con qualche pillola di Prozac.

La storia ci ha insegnato che la solidarietà, l'umanità e l'amore hanno dato a noi Sapiens la possibilità di esprimere la parte migliore di noi stessi. La condivisione di questi valori nelle nostre comunità ha consentito l'evoluzione della nostra specie attraversando epoche anche molto difficili.

Mi auguro che questi valori non vadano mai dispersi.

Grazie per l'attenzione e buon proseguimento dei lavori.