Volume 31 - 4 Novembre 2025

Il Gruppo Aperto di Psicoterapia nel Centro di Salute Mentale 29 nel rione Sanità di Napoli: un'esperienza di clinica e di vita tra emergenza, gruppi multifamiliari e inclusione sociale

Autori

Ricevuto il 24 luglio 2025, accettato il 20 agosto 2025


“Manic depression is searching my soul
I know what I want
But I just don’t know
How to go about getting it”

The Jimi Hendrix Experience


Riassunto

Il presente contributo descrive l’esperienza del Gruppo Aperto di Psicoterapia nel Centro di Salute Mentale (CSM) 29 della UOC. Salute Mentale 29/30 nel quartiere Sanità di Napoli, nato in un contesto emergenziale per offrire supporto psicologico a un’utenza ampia e complessa. L’intervento si ispira al modello multifamiliare di J.G. Badaracco e integra riferimenti teorici gruppali (Yalom, Foulkes, Bion, Bowlby, Winnicott, Whitaker). Vengono descritte le modalità di conduzione, le dinamiche osservate e l’evoluzione verso una dimensione territoriale, con incontri clinici in contesti extraistituzionali. L’esperienza evidenzia il valore trasformativo del gruppo come spazio di cura, inclusione e contrasto allo stigma.

Parole chiave: gruppo aperto, psicoterapia, salute mentale, inclusione sociale, setting terapeutico, gruppo multifamiliare


Abstract

This contribution outlines the experience of the Open Psychotherapy Group implemented at Mental Health Center 29 of UOC. Mental Health 29/30 in Rione Sanità of Naples, originally established in response to an emergency context to deliver psychological support to a broad and heterogeneous clinical population. The intervention draws upon J.G. Badaracco’s multifamily group model and integrates foundational theoretical frameworks from group analytic and psychodynamic theory (Yalom, Foulkes, Bion, Bowlby, Winnicott, Whitaker). The paper details the group’s clinical setting, facilitation techniques, emergent dynamics, and its progressive transition toward a territorial model, including therapeutic encounters in extra-institutional environments. The experience underscores the group’s transformative function as a therapeutic container fostering care, social inclusion, and anti-stigma processes.

Keywords: open group, psychotherapy, mental health, social inclusion, therapeutic setting, multifamily group


Introduzione: Contesto di nascita del gruppo

Circa un anno e mezzo fa, nel pieno di una fase emergenziale caratterizzata da carenza di personale psicologico presso il Centro di Salute Mentale (CSM) 29 della UOC. SM 29/30 della ASL Napoli 1 Centro, sito nel quartiere Sanità di Napoli, è stato avviato un Gruppo Aperto di Psicoterapia. L'obiettivo principale era offrire un supporto psicologico efficace al maggior numero possibile di utenti, molti dei quali in attesa di presa in carico individuale, all’interno di un contesto urbano caratterizzato da tante complessità sociali e culturali.

Questa scelta, dettata dall'urgenza, si è rivelata una soluzione non solo funzionale alla gestione del disagio psichico, ma anche capace di rispondere ai bisogni emotivi emergenti della popolazione assistita, offrendo uno spazio di ascolto e cura accessibile e continuativo. Il gruppo nasce dall’esperienza del confronto, riconoscendo il valore terapeutico della condivisione tra pari e dell’incontro tra soggettività diverse.

Fondamentale è stato il riferimento ai contributi teorici di Jorge García Badaracco, promotore dell’approccio dei gruppi multifamiliari, in cui più famiglie si incontrano nello stesso spazio terapeutico, favorendo un’esperienza di rispecchiamento, decentramento e co-pensiero. Il gruppo è stato concepito proprio in quest’ottica multifamiliare, stimolando la partecipazione attiva anche dei familiari degli utenti, al fine di aumentare le possibilità di cambiamento attraverso una rete relazionale più ampia e complessa.

Tra le fondatrici del gruppo vi erano la dott.ssa Assunta Maglione, psichiatra e le dott.sse Alessia Ranieri e Fernanda Iannoni, psicologhe, che hanno creato uno spazio protetto e accogliente, contribuendo alla sua ideazione e alla prima fase di conduzione. Attualmente il Gruppo Aperto di Psicoterapia è coordinato dagli operatori del CSM, tra cui psicologi, psichiatri, educatori e infermieri, garantendo così un approccio multidisciplinare e i cui nominativi sono riportati nel titolo dell’articolo.


Metodologia: Struttura, conduzione e gestione

Il gruppo, che oggi conta circa 27 partecipanti, si riunisce ogni mercoledì dalle 11:30 alle 13:00, per tre settimane consecutive, con una settimana di pausa. La formula aperta consente l'ingresso di nuovi membri, garantendo al contempo la dinamicità e l'adattabilità delle dinamiche gruppali.

Vige una regola fondamentale di rispetto reciproco: per prendere la parola è necessario alzare la mano e attendere il proprio turno. Tale norma, osservata anche dagli operatori, favorisce l'ascolto attivo e riduce le dinamiche caotiche, mantenendo un clima di sicurezza e contenimento emotivo, secondo i principi del "setting" (Bion, 1961).

Il buon funzionamento del gruppo terapeutico è il risultato di un’articolata e coesa azione clinica da parte dell’équipe multidisciplinare. La sinergia tra i diversi operatori – psicologi, psichiatri, educatori, infermieri e tirocinanti – non rappresenta una semplice somma di competenze, bensì una vera e propria integrazione funzionale, in cui ogni professionalità concorre alla costruzione e al mantenimento di un ambiente terapeutico sicuro e trasformativo.

L’équipe opera in un clima di profonda fiducia, alleanza professionale e riflessività condivisa, attivando processi di pensiero complesso e supervisioni costanti. Questo assetto cooperativo consente una lettura multidimensionale delle dinamiche gruppali, una gestione più fluida degli imprevisti clinici e una maggiore capacità di contenimento delle emergenze emotive.

L’atteggiamento degli operatori si caratterizza per una presenza, non direttiva ma contenitiva, che sostiene l’autenticità relazionale dei partecipanti. La comunicazione tra i membri dell’équipe è improntata alla circolarità e alla coerenza, elementi fondamentali per trasmettere un modello relazionale affidabile, responsivo e accogliente.

In questo senso, la professionalità del gruppo di lavoro si manifesta non solo attraverso le competenze tecniche, ma anche nella capacità di “stare” insieme in modo coeso, nell’ascolto reciproco, nella flessibilità operativa e nella comune passione per il lavoro clinico. L’équipe si configura così come un organismo dinamico, capace di rigenerarsi nel confronto e di offrire una presenza simbolicamente forte all’interno del processo terapeutico.

In un’ottica di empowerment e recovery, un intervento dell’équipe è stato quello di condividere attraverso la lettura questo stesso documento con gli utenti che partecipano al gruppo di psicoterapia e farlo firmare per presa visione; ciò per sottolineare l’importanza del ruolo attivo che la persona ha nel prendersi cura di sé.

Nell’ottica di abbattere lo stigma sociale, sono stati svolti degli incontri itineranti presso associazioni, centri culturali e realtà aggreganti presenti sul territorio, con l’intento di favorire la continuità delle relazioni significative emerse nel gruppo, di creare occasioni di scambio interpersonale al di fuori del contesto clinico e di sostenere una piena cittadinanza attiva degli utenti.

Si è tenuto recentemente un incontro presso la Chiesa Santa Maria Maddalena ai Cristallini del Rione Sanità con la collaborazione della Cooperativa “La Sorte”. Andare con gli utenti del Centro di Salute Mentale alla Chiesa dei Cristallini è stato un gesto carico di valore terapeutico, simbolico e sociale. Questo luogo non è solo un sito artistico o religioso, ma un esempio concreto di rinascita comunitaria e bellezza condivisa. La visita offre stimoli sensoriali ed emotivi attraverso gli spazi rigenerati con opere d’arte partecipate, tra cui murales che ritraggono abitanti del quartiere, favorendo identificazione, riconoscimento e inclusione. Gli elementi simbolici, come l’altare costruito con la prua di una barca di migranti e l’opera sonora di Morricone, promuovono riflessioni su fragilità, memoria e dignità. L’esperienza è stata pensata per rafforzare il senso di appartenenza, favorire la rielaborazione personale e contribuire al superamento dello stigma, restituendo agli utenti la possibilità di un ruolo attivo all’interno della comunità.

Un secondo incontro ha avuto poi luogo presso l’Associazione “Forti Guerriere”, realtà nata dalla volontà di alcune donne del Rione Sanità di reagire collettivamente dopo un tragico episodio di femminicidio avvenuto nel marzo 2019. L’associazione si propone di offrire accoglienza, ascolto e supporto alle donne in difficoltà, accompagnandole in percorsi di consapevolezza e tutela attraverso il coinvolgimento di avvocati e psicologi. L’équipe e gli utenti hanno conosciuto l’Associazione “Forti Guerriere” grazie ad una persona del gruppo di psicoterapia che vi collabora attivamente come volontaria: la sua testimonianza ha avuto un forte impatto sugli altri membri, tanto che una persona che viveva da tempo situazioni di disagio legate alla violenza domestica ha trovato il coraggio di affrontare apertamente la propria esperienza, rompendo il silenzio e chiedendo aiuto.

Un ultimo incontro si è svolto presso il Centro “La Tenda”, una realtà radicata sul territorio napoletano che da oltre trent’anni si occupa di accoglienza, prevenzione e reinserimento sociale di persone in condizione di fragilità, con particolare attenzione ai senza fissa dimora. Per gli utenti del gruppo e per l’équipe coinvolta è stata un’occasione preziosa per ampliare lo sguardo, avere nuovi spunti di riflessione, conoscere le risorse territoriali e immaginare possibili collaborazioni future.

Tali incontri assumono un grandissimo valore esperienziale in cui la psicoterapia viene portata oltre le mura del CSM, con l’obiettivo di ridurre il confine tra “dentro” e “fuori”, tra cura e vita quotidiana. Questa scelta risponde a una doppia finalità: da un lato, sensibilizzare la comunità rispetto al tema della salute mentale, contrastando stereotipi ancora radicati che associano il disagio psichico a forme di esclusione o segregazione; dall’altro, offrire agli utenti l’opportunità di riconoscersi come persone degne di valore e pienamente legittimate a occupare uno spazio nella società, indipendentemente dalla propria storia clinica.


Osservazioni cliniche: Aree tematiche esplorate e dinamiche

Il gruppo è un luogo di libera espressione dove vengono affrontate tematiche molto varie: disturbi depressivi, ansia generalizzata, attacchi di panico, lutti non elaborati, crisi derivanti da separazioni o rotture affettive, difficoltà nella gestione della genitorialità, vissuti traumatici, problematiche di autostima, dipendenze affettive e isolamento sociale.

Seguendo la teoria della Base Sicura di Bowlby, lo spazio gruppale offre ai partecipanti un ambiente protetto in cui è possibile esplorare ed elaborare le proprie emozioni. Le dinamiche di gruppo rispecchiano i concetti di "risonanza" e "identificazione" propri di Foulkes, dove il vissuto di ciascuno trova eco nelle storie degli altri, generando insight condivisi. Centrale è anche il concetto di rispecchiamento proposto da Badaracco, attraverso cui i partecipanti si riconoscono reciprocamente nelle esperienze altrui, costruendo nuove forme di significato. In questa direzione si muove anche il pensiero di Whitaker, secondo cui il gruppo terapeutico rappresenta un campo emotivo ricco e spontaneo, in grado di favorire la regressione creativa e l’autenticità relazionale, elementi chiave per il cambiamento.

Particolare attenzione è posta alla promozione della relazione tra i membri anche al di fuori del setting terapeutico, come stimolo alla socializzazione e all'inclusione. Tra gli scopi fondamentali del gruppo vi è l’accettarsi così come si è, come primo passo verso un cambiamento autentico e duraturo.


Valore terapeutico del gruppo

Seguendo l'approccio di Irvin Yalom, il gruppo agisce come un potente agente terapeutico attraverso i "fattori terapeutici": l'universalità, che allevia il senso di isolamento; l'altruismo, che promuove relazioni di aiuto reciproco; l'instillazione della speranza; e lo sviluppo di abilità sociali.

Non solo i partecipanti hanno trovato ascolto e comprensione, ma molti hanno costruito vere e proprie amicizie fuori dal setting terapeutico, a conferma del valore trasformativo dell'esperienza di gruppo. Tali esiti positivi evidenziano anche il concetto di "gruppo come oggetto buono" (Winnicott, 1965), che facilita la capacità di fidarsi e di entrare in relazione.


Conclusioni

In un contesto caratterizzato da una forte pressione emergenziale, il Gruppo Aperto di Psicoterapia del rione Sanità è riuscito a dimostrare la sua efficacia terapeutica, rappresentando un baluardo di sostegno e resilienza sia per gli utenti sia per l'équipe. Si è saputo ottimizzare le risorse disponibili, intervenendo tempestivamente sui bisogni emotivi e psichici della popolazione e promuovendo una cultura innovativa della cura e della solidarietà.

Il percorso terapeutico si avvia ora verso nuove fasi, puntando su due assi principali: la promozione dell’inclusione nel territorio e la valorizzazione di una logica di mutuo aiuto. Dopo un lungo lavoro di esplorazione emotiva, condivisione e crescita personale e relazionale all’interno del gruppo, si ritiene opportuno abitare sempre più lo spazio all’esterno per una psicoterapia di comunità, nella convinzione che il vero cambiamento non si esaurisca dentro le mura del CSM, ma debba tradursi in possibilità concrete di appartenenza e partecipazione nello spazio comunitario. L’idea alla base è che il territorio, la comunità, il rione Sanità stesso, non siano solo uno sfondo che fa da scenografia inanimata, ma uno spazio terapeutico attivo e partecipativo, dove l’identità può costruirsi e trasformarsi attraverso relazioni, scambi e narrazioni condivise. In quest’ottica, il gruppo terapeutico si apre alla comunità e ci si fonde, diventando motore di cura partecipata, ascolto reciproco e corresponsabilità, nel riconoscimento e nella valorizzazione di ogni soggettività (Barone et al., 2010).

Fare psicoterapia in luoghi “altri” rispetto al contesto sanitario contribuisce così a de-istituzionalizzare lo sguardo sulla sofferenza psichica, restituendo complessità e umanità ai percorsi individuali. Gli utenti, attraversando simbolicamente e concretamente il territorio, possono riappropriarsi del diritto di esserci, comprendendo che nel dolore non vi è colpa, ma esperienza condivisa, capace di generare incontro, ascolto e trasformazione.

Questa apertura verso il territorio è pensata come fase transizionale, in cui l’équipe funge da ponte e da contenitore simbolico per permettere una graduale autonomizzazione degli utenti, riducendo il rischio di dipendenza dal setting e incentivando una maggiore autoefficacia percepita (Bandura, 1997). Gli incontri di psicoterapia esterni sono pensati per stimolare la partecipazione attiva, il senso di appartenenza e il riconoscimento di sé come soggetti portatori di valore nel proprio mondo.

Il principio guida dell’attuale fase di vita del gruppo è quello del mutuo aiuto, inteso non solo come scambio di supporto tra pari, ma anche come valorizzazione della soggettività di ciascuno come risorsa per l’altro. La promozione dell’autonomia e della responsabilità relazionale si intreccia con il superamento dello stigma, favorendo processi di empowerment individuale e collettivo.

In questa fase del percorso si sta restituendo al rione Sanità una grande energia vitale emersa nel Gruppo Aperto di Psicoterapia, favorendo il riconoscimento reciproco tra istituzione, utenti e comunità, nella prospettiva di una salute mentale sempre più inclusiva, condivisa e co-costruita.

Prospettive future

Si auspica che questa esperienza possa essere consolidata e ulteriormente valorizzata all'interno dell'offerta terapeutica del CSM 29, prevedendo momenti di formazione, supervisione e possibilmente l'avvio di altri gruppi terapeutici tematici, per rispondere in modo ancora più specifico alle diverse esigenze emergenti.


Bibliografia

Bandura, A. (2000). Autoefficacia: teoria e applicazioni (ed. orig. 1997). Trento: Erickson.

Badaracco, J. G. (1990). Psicoanalisi multifamiliare. Torino: Bollati Boringhieri.

Barone, R., Bellia, V., & Bruschetta, S. (2010). Psicoterapia di comunità. Clinica della partecipazione e politiche di salute mentale. Milano: FrancoAngeli.

Bion, W. R. (1985). Esperienze nei gruppi(ed. orig. 1961). Roma: Armando Editore.

Bowlby, J. (1989). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento (ed. orig. 1988). Milano: Raffaello Cortina Editore.

Foulkes, S. H. (1975). Psicoterapia analitica di gruppo. Principi e pratica (ed. orig. 1948). Roma: Astrolabio.

Kaës, R. (1993). Il gruppo e il soggetto del gruppo (ed. orig. 1976). Roma: Borla.

Whitaker, C., & Napier, A. (1990). La famiglia cruciale(ed. orig. The Family Crucible, 1981). Milano: Feltrinelli.

Winnicott, D. W. (1975). I processi di maturazione e l’ambiente facilitante (ed. orig. 1965). Firenze: Martinelli.

Yalom, I. D. (2006). Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo (5ª ed.). Milano: Raffaello Cortina Editore.


Fonti web

Fondazione San Gennaro. (s.d.). Presentazione dell’associazione Forti Guerriere del Rione Sanità. Recuperato il 22 luglio 2025 da https://fondazionesangennaro.org/presentazione-dellassociazione-forti-guerriere-del-rione-sanita/

Centro La Tenda. (s.d.). Sito ufficiale del Centro La Tenda. Recuperato il 22 luglio 2025 da http://www.centrolatenda.org

Cooperativa La Sorte [Pagina Facebook]. (s.d.). Recuperato il 22 luglio 2025 da https://www.facebook.com/profile.php?id=61556630782596


Fonti musicali

The Jimi Hendrix Experience. (1967). Are You Experienced [Album]. London: Track Records.