Volume 29 - 8 Ottobre 2024

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Verso le prime sperimentazioni del Budget di Salute in Calabria

Autori


Obiettivo

Analisi delle condizioni di applicabilità dello strumento del BdS in Calabria

Metodo

Ricerca qualitativa, con interviste semi-strutturate a responsabili dei CSM attraverso campionamento a valanga (copertura regionale del 47%) e, dove necessario a ETS con un ruolo chiave nella tutela della salute mentale.

Conclusioni

Alla luce di quanto emerso nel corso delle interviste svolte, il contesto calabrese risulta, in linea generale, carente rispetto alle basi su cui un avvio di progettualità attraverso lo strumento del Budget di Salute dovrebbe strutturarsi.

In particolare, dopo più di 12 anni di commissariamento della sanità regionale, i CSM si presentano come servizi desertificati, con personale allo stremo delle proprie forze, anche perché costretto a lavorare in situazioni costantemente emergenziali, per cui in molti casi essi si sono ridotti a funzionare alla stregua di meri presidi ambulatoriali.

La ridotta presenza di UVI – e l’attivazione delle UVM distrettuali principalmente per decisioni legate al collocamento in strutture residenziali – non permette una presa in carico globale e multidisciplinare della persona e il conseguente lavoro tramite PTRI. In un contesto del genere, i margini per progettare nella logica del Budget di Salute sono veramente esigui, e i rischi di un utilizzo improprio del dispositivo sono veramente elevati. Dalla ricerca emerge pertanto la necessità prioritaria e ormai indifferibile di una ristrutturazione e una valorizzazione dei servizi di salute mentale territoriali, affinché essi possano essere messi in grado di esercitare una effettiva presa in carico delle persone. Senza questa azione di rinvigorimento, l’introduzione del BdS su vasta scala appare improbabile.

Gli elementi raccolti attraverso l’indagine fanno tuttavia intravedere in alcuni territori l’esistenza di primordiali esperienze innovative che, partendo dal comune vissuto di appiattimento delle risposte residenziali territoriali, si pongono l’obiettivo di prevenire l’istituzionalizzazione, in alcuni casi attraverso interessanti pratiche di cooperazione tra servizi pubblici e organizzazioni del terzo settore. In particolare, sono stati esaminati alcuni progetti di lavoro comune in tre diversi distretti sanitari della Calabria (situati rispettivamente nel Lametino, nella Locride, nel Cosentino), allo scopo di capire se queste stesse pratiche possano essere considerate o meno come altrettanti percorsi a cui riferirsi in vista dell’avvio di progettazioni con budget di salute, sperimentali e circoscritte.