Volume 29 - 8 Ottobre 2024

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Simposio parallelo: Risorse di comunità ed empowerment degli utenti

Autori

Congresso SIEP, Bologna 23-25 novembre 2023


Le comunicazioni sono state presentate da: Gianfranco Aluffi, Calogero Avarello, Corrado Cappa, Carmen Cimmino, Giusi Lombardo. Assenti: Micol Parolin e Maria Alexandra Piraino

A ciascun relatore è stata chiesta una frase chiave.

Gianfranco Aluffi: Dal posto letto al posto vita: il modello IESA (inserimento eterofamiliare supportato di adulti).

Frase chiave: “Principio attivo chiamato: Amore”

Ha presentato l’esperienza IESA, attiva a Torino da oltre 20 anni e sempre più utilizzata nel sistema di welfare anche al di fuori della psichiatria, a livello europeo. La centralità è data al “posto vita” in un contesto di accoglienza familiare. I dati di attività indicano l’efficacia dell’intervento che prevede anche un’attività formativa specifica.

Calogero Avarello: Kalipè: gruppo appartamento per l’autonomia. Un modello di intervento precoce per giovanissimi 17-21 anni

Frase chiave “Fare riabilitazione nella residenzialità senza trappole”

Si tratta dell’esperienza di un Gruppo appartamento aperto nel 2020 con l’obiettivo di riportare in prossimità utenti dai 17 ai 21 anni collocati fuori provincia e di agire precocemente ed orientare i percorsi verso la recovery. L’attività è sostenuta da una formazione continua.

Corrado Cappa: Percorsi di housing supportato per l’autismo

Frase chiave “Le persone con autismo sono i più dipendenti dalla famiglia e per raggiungere autonomia richiedono molto tempo”

Si tratta di un progetto innovativo incentrato su una RTE (sanitaria) per persone con autismo e con “comportamenti problema” trattati con approcci specifici (comportamentali, Comunicazione Aumentativa Alternativa) orientati all’inserimento in contesti sociali inclusivi. Un ambito assai delicato in quanto la gravità degli utenti e la fragilità delle famiglie espone al rischio di nuove richieste di istituzionalizzazione.

Carmen Cimmino: “Innovative practice in operations management della Struttura Residenziale di riabilitazione psichiatrica “casa, impresa, benessere” del Dipartimento di salute mentale- Asl Napoli 2 Nord: da impatient a outpatient per le attività e i trattamenti riabilitativi”.

Frase chiave: Aggiungere valore alla storia

La residenza intensiva ed estensiva, complessivamente 32 posti, è situata in prossimità della sede del DSM ed è sede di un bar, di una galleria d’arte e sviluppa attività artigianali, sartoriali, artistiche, produttive (grazie a rapporti con imprenditori), in relazione con la comunità, nella quale gli utenti gestiscono anche una parte della biblioteca comunale.

Giuseppina Decorato e Giusy Lombardo: Il modello Spinazzola. Percorsi di cura e di vita di pazienti psichiatrici autori di reato.

Frase chiave: “Senza motivazione e volontà non esiste cura, senza cura non esiste libertà”.

L’attività della REMS di Spinazzola, diviene “modello” attraverso un lavoro teorico, raccolto anche in un libro e presentato in un recente convegno, fondato sulla shared decision making. Il modello è in corso di accreditamento come “Buona pratica” presso Agenas (nota 1).



Commenti e proposte

Da diversi anni i Dipartimenti di Salute Mentale sembrano avere assunto un assetto organizzativo della residenzialità piuttosto consolidato anche in relazione alla normativa di autorizzazione e accreditamento, all’approvazione dell’accordo della Conferenza delle Regioni e più recentemente dei LEA. L’intenzione di dare ordine e qualità ad esperienze frammentate e poco visibili, ha irrigidito un sistema che deve restare dinamico, capace di evolvere e trasformarsi. I rischi iatrogeni e regressivi della Residenzialità devono essere prevenuti, e a ciò non bastano i migliorabili collegamenti con i CSM. Il sistema va ripensato.

La rete residenziale, sanitaria e sociosanitaria, assorbe circa il 44% dell’insieme delle risorse destinate alla salute mentale e nel 2022 vede una dotazione di 2001 strutture Residenziali per un totale di 28.738 posti (nota 2) pari al 3,7% dell’utenza complessiva dei CSM. La residenzialità è oggetto di diverse critiche e dal simposio sono emerse linee evolutive verso le quali la Residenzialità potrebbe svilupparsi.

La prima è quella di sviluppare competenze specifiche (PDTA) per il trattamento di adolescenti e giovani adulti, autismo, persone autrici di reato, ma anche DCA, esordi psicotici. Programmi strutturati e con metodi validati e durata definita, sostenuti da un’adeguata formazione.

La seconda è quella che mette al centro la persona e la casa come luogo di vita, (House e Home ma anche Oikos) con le sue relazioni di accoglienza, solidali e di reciprocità/condivisione che divengono “familiari” ricreando legami affettivi tra persone spesso sole e isolate.

La terza è quella presentata dai colleghi di Napoli che hanno di fatto realizzato quello che mi piace denominare un Servizio di Comunità e Prossimità (nota 3) andando oltre e trasformando la residenzialità tradizionale, per produrre inclusione, impresa sociale e benessere di comunità.

Il simposio quindi indica quali riferimenti fondamentali l’orientamento a sviluppare i PDTA, a considerare la casa un diritto fondamentale, a realizzare Servizi di Comunità e Prossimità. Ne derivano alcune possibili proposte:

Qualificare la Residenzialità sanitaria intensiva e unirla al CSM per creare modelli di CSM 24 ore.

Riconvertire la Residenzialità sanitaria estensiva e parte della Sociosanitaria verso alte competence specifiche (DCA, Autismo, esordi psicotici, adolescenti-giovani adulti, doppia diagnosi) inseriti nei PDTA.

Riconvertire la Residenzialità sociosanitaria in Servizi di Comunità e Prossimità con assistenza incentrata sulla casa e realizzare il PDTA della multicomplessità.

Considerare tutte le persone ospiti dimissibili dalle Residenze, cioè tutti con il diritto alla casa. Un diritto fondamentale per la persona, la sua identità, indipendenza e partecipazione non condizionato e sottoposto al livello delle abilità. E’ nella casa che la persona vive i suoi bisogni, utilizza le sue risorse (misurabili con appositi questionari) e lì va assistita con un’adeguata intensità di cura (Chronic Care Model) anche attraverso il Budget di Salute.

L’obiettivo è abitare in sicurezza, armonia e bellezza. A tal fine è stato realizzato dall’Ausl di Parma uno specifico progetto “Abitare in sicurezza per la salute mentale” riconosciuto da Agenas come “buona pratica sicura” (nota 4).

Case e non Residenze come progetto.

Per raggiungere questi obiettivi e far fronte a disabilità/pluripatologie, comportamenti problema, isolamento solitudine, povertà e fragilità delle famiglie, sul piano organizzativo è necessario sviluppare un Servizio di Comunità e Prossimità per ogni CSM che sia dotato di un punto hub ben identificabile (anche con uno specifico logo), è attivo nelle 24 ore ed offre forme diversificate (indicate nella Carta dei Servizi) di assistenza domiciliare anche con l’uso della teleassistenza ad almeno 60 utenti, collocati in alloggi indipendenti, in coabitazione o co-housing ed al. Utenti che hanno diritti e un loro programma di cura e attività formative, lavorative, sociali e affettive come parti essenziali del Progetto di Vita.

Il Servizio di Comunità e Prossimità è radicato in territorio preciso ed ha la capacità di sostenere nelle 24 ore e unificare gli interventi del welfare e le diverse esperienze innovative nell’ambito dell’abitare (a partire dalla casa della persona, co-housing, housing first, case per la recovery), della formazione lavoro e della socialità. In questo coordinamento strutturato e identificabile, esito di una coprogrammazione e coprogettazione con i CSM possibilmente 24 ore, viene a configurarsi un modello che ha l’obiettivo di prendersi cura in modo appropriato, con strumenti personalizzati, in primis il Budget di Salute, di tutte le persone con disturbi mentali gravi di un territorio, promuovendo i loro diritti a casa propria o “ricreando” una casa quando ciò non sia possibile, assicurando sempre la partecipazione alla vita sociale e il Progetto di Vita, il sostegno alle famiglie e care giver, prevenendo ogni forma di neo-istituzionalizzazione.

Un modello che va oltre la riabilitazione di transizione, per privilegiare gli interventi in situ, cioè laddove la persona vive ed ha interessi, relazioni, per dare così senso e valore alle esperienze e valorizzare la persona con interventi precoci e di grande interesse anche per la prevenzione nell’area dei minori.

Un ufficio per i progetti di vita in ogni DSM potrebbe essere un utilissimo punto di riferimento per utenti, familiari, amministratori di sostegno e di collegamento con notai, istituti di credito, assicurazioni ecc. per costruire percorsi (Dopo di noi ed al.) e attivare nuove risorse.

Infine una recovery istituzionale per trasformare le residenze in co-housing, non esclusive per le persone con disturbi mentali protagonisti della propria vita, dell’automutuoaiuto, delle attività formative e culturali come ad esempio il Recovery College fino alla gestione/autogestione dei servizi come Utenti Esperti e Orientatori sociali.


Note

Nota 1 https://buonepratiche.agenas.it/practices.aspx

Nota 2 Per avere un’idea della dotazione complessiva i dati riferiti al 2022: SPDC n. strutture 323 per un totale posti 3897; Ospedali privati accreditati 22 per un totale posti 749; Semiresidenze 898 strutture, posti 22.196; CSM: totale utenti 776.829.

Nota 3 Pellegrini P. “Servizi di comunità e prossimità per il progetto di vita. Una proposta di “cassetta degli attrezzi” nell’ambito del percorso di unificazione delle Aziende Sanitarie di Parma" Welforum, 26 maggio 2023, https://www.welforum.it/servizi-di-comunita-e-prossimita-per-il-progetto-di-vita/

Nota 4 https://buonepratiche.agenas.it/practices.aspx