Il co-design nelle comunità terapeutiche residenziali: un approccio collaborativo per la ricerca e l’intervento
Autori
(1) Mito&Realtà, associazione per le comunità terapeutiche e residenziali
(2) Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli studi di Milano-Bicocca
(3) Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano
(4) Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Università degli Studi di Padova
(5) Associazione Il Porto ONLUS, Moncalieri (TO)
(6) Cooperativa La Goccia, CTRP Minori ‘Biancospin’(VI)
(7) ASL di Perugia
Obiettivi
Questo studio presenta un'applicazione innovativa della metodologia del co-design ad un progetto di ricerca promosso dalla Società Scientifica "Mito&Realtà - Associazione per le Comunità terapeutiche e residenziali (CTR)”. L'obiettivo principale del progetto è identificare i fattori terapeutici all'interno delle CTR, focalizzandosi sulla prospettiva dei residenti che vivono questa esperienza di presa in carico. Date le limitate risorse nella letteratura scientifica relativamente a questo tema, la metodologia del co-design è stata adottata per sviluppare collaborativamente un protocollo di ricerca che integrasse le voci dei pazienti e dei ricercatori già a partire dall’impianto metodologico dello studio.
Metodo VERSIONE MIX
Il processo di co-design ha coinvolto attivamente i residenti della comunità psichiatrica "Il Porto ONLUS" di Torino, tra settembre e dicembre 2022, attraverso tre giornate di attività. 27 pazienti su 40 residenti totali sono stati coinvolti nello studio mediante un processo di arruolamento volontario. I partecipanti, tutti maggiorenni, presentavano diagnosi primarie di disturbi psicotici, personalità e uso di sostanze. Per perseguire l'approccio partecipativo (co-design) nella creazione del protocollo di ricerca, il gruppo multidisciplinare di clinici e ricercatori del comitato scientifico di Mito&Realtà ha inizialmente sviluppato una bozza di protocollo basata su una revisione della letteratura scientifica. Sono stati selezionati possibili strumenti da utilizzare sia quantitativi che qualitativi. Il processo di co-design si è articolato in tre fasi principali: formazione dei residenti sulla metodologia della ricerca scientifica, cinque attività laboratoriali pratiche per discutere strumenti e metodologie specifiche, e una fase di valutazione e condivisione finale. Successivamente, il comitato scientifico ha esaminato e analizzato i contributi dei partecipanti, per convergere su una versione finale del protocollo che riflettesse gli aspetti emergenti dalla letteratura, gli standard qualitativi della ricerca scientifica e l'esperienza diretta dei partecipanti.
Risultati/Conclusioni
Nonostante alcune limitazioni discusse nel corso dello studio, l'implementazione del co-design ha dimostrato di essere un'esperienza estremamente fruttuosa che ha arricchito sia i partecipanti sia i ricercatori.
L'applicazione del co-design ha il potenziale per ridurre la stigmatizzazione clinica nei confronti delle persone affette da gravi patologie psichiche, sia tra il pubblico generale che tra gli operatori sanitari e i ricercatori. Questo approccio collaborativo potrebbe favorire una migliore comprensione delle sfide e delle opportunità legate alle cure psichiatriche, aprendo nuove prospettive per l'innovazione e il progresso continuo nella ricerca in questo settore e consentendo una comprensione sempre più completa dei temi d'indagine cruciali nelle CTR.