Volume 28 - 15 Maggio 2024

ATTI CONVEGNO "Sistemi Complessi e Comunità del futuro: nuovi paradigmi per le Aziende Sociosanitarie. Ambiti disciplinari a confronto" tenutosi il 31 marzo 2023 e organizzato dal Centro di Riferimento Regionale sulle Criticità Relazionali (CRCR)

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Osservatorio delle Scienze Umane e Sviluppo Organizzativo: il benessere psicosociale dei professionisti

Autori



Riassunto

Durante la pandemia da Covid-19 molti studi si sono occupati di indagare il livello di benessere negli operatori sanitari, impegnati in quegli anni nella gestione della salute. Tuttavia, mancano studi longitudinali che abbiano preso in considerazione il livello di benessere nel periodo subito successivo alla fase più emergenziale. A tal proposito è stato stipulato un accordo di collaborazione tra l’AOU-Careggi, il CRCR e l’Università di Firenze sul progetto “BENESSERE PSICOLOGICO E PSICOSOCIALE DEI PROFESSIONISTI SANITARI DELL’AOU-CAREGGI: UNO STUDIO LONGITUDINALE IN EMERGENZA COVID-19 (Provv. DG 322/2020)”. Tale progetto ha previsto, fin dalle prime fasi pandemiche, l’attuazione di attività di monitoraggio e ricerca in tema di benessere degli operatori, che si sono prolungate fino ad un’epoca post-pandemica (2022). In particolare, ha previsto la conduzione di tre finestre di rilevazione (2020, 2021 e 2022) al fine di registrare eventuali cambiamenti nel tempo nel livello di benessere percepito dagli operatori sanitari. L’obiettivo principale del disegno longitudinale predisposto è stato quello non solo di monitorare la condizione psicologica degli operatori sanitari durante e dopo la pandemia, ma anche di indagare fattori sia individuali (come livelli di ansia e depressione) che legati all’ambiente lavorativo (come stressors organizzativi) in relazione con il livello di benessere degli operatori. Inoltre, tale studio si è proposto anche di identificare, in epoca post-pandemica, fattori individuali (come livelli di ottimismo e speranza e presenza di stati affettivi positivi) e organizzativi (come livelli di pianificazione e qualità delle relazioni lavorative) che differenziassero gli operatori con basso e alto livello di benessere percepito.
Hanno partecipato, tramite somministrazione online, alla prima rilevazione (T0:2020) 1154 operatori sanitari (75% femmine, età media = 47.32, DS=10.31, range: 23-68 anni); alla seconda rilevazione (T1:2021) 1011 professionisti sanitari (75% femmine, età media = 47.55, DS=10.77, range: 22-69 anni); alla terza rilevazione (T2:2022) 1114 operatori sanitari (75% femmine, età media = 49.09, DS=10.06, range: 22-70 anni).
I risultati hanno mostrato che, dopo un primo momento in cui il livello di benessere sembra rimanere nella media, nel periodo successivo si registra una diminuzione del benessere percepito, che permane anche nella fase post-emergenziale. Nei due periodi in cui il livello di benessere risulta al di sotto del livello medio complessivo, la condizione psicologica degli operatori sanitari risulta strettamente legata sia ai livelli di ansia, depressione e stress individuale, nonché altrettanto legata ai livelli di stress organizzativo. Infine, in epoca post-pandemica, è risultato come operatori che percepiscono maggiore benessere, presentino anche più alti livelli di ottimismo, speranza e stati affettivi positivi. Inoltre, sul piano organizzativo, tale condizione psicologica risulta legata a una migliore capacità di pianificazione e ad una percezione più positiva delle relazioni sul luogo di lavoro.
Tali risultati, grazie all’integrazione tra ricerca e clinica, gettano le basi per la messa in atto di attività di intervento in ottica di prevenzione ed hanno orientato l’AOU-Careggi, su proposta del Centro Regionale per le Criticità Relazionali (CRCR), alla costituzione dell’Osservatorio delle Scienze Umane e Sviluppo Organizzativo.


Abstract

During the Covid 19 pandemic, many studies examined the well-being of health care workers engaged in health care management during those years. However, there is a lack of longitudinal studies that consider well-being in the period immediately following the worst phase of the pandemic. In this context, a collaboration agreement was signed between the AOU-Careggi, the CRCR and the University of Florence on the project "BENESSERE PSICOLOGICO E PSICOSOCIALE DEI PROFESSIONISTI SANITARI DELL’ AOU-CAREGGI: UNO STUDIO LONGITUDINALE IN EMERGENZA COVID-19 (Provv. DG 322/2020)". This project foresaw, from the beginning of the pandemic, the implementation of monitoring and research activities on the well-being of operators, to be continued until the post-pandemic period (2022). Specifically, it envisioned the implementation of three survey periods (2020, 2021, and 2022) to capture any changes in health professionals' perceived well-being over time. The main objective of the prepared longitudinal design was not only to observe the psychological state of health professionals during and after the pandemic, but also to examine factors related to staff well-being, both individually (such as anxiety and depression levels) and with the work environment (such as organizational stressors). In addition, this study also aimed to identify individual factors (such as optimism and hope, and positive affective states) and organizational factors (such as levels of planning and quality of work relationships) that distinguish staff with low and high levels of perceived well-being in the post-pandemic period.
1154 healthcare workers (75% female, mean age = 47.32, SD =10.31, range: 23-68 years) participated in the first survey (2020) via online administration; in the second survey (2021), 1011 healthcare workers (75% female, mean age = 47.55, SD=10.77, range: 22-69 years); in the third survey (2022), 1114 health care workers (75% female, mean age = 49.09, SD =10.06, range: 22-70 years).
The results show that after an initial moment in which well-being appears to be average, there is a decline in perceived well-being in the subsequent period, which continues in the post-emergency phase. In the two periods when well-being is below the overall average, the psychological state of health care workers is closely associated with levels of anxiety, depression, and individual stress, as well as levels of organizational stress. Finally, in the post-pandemic period, staff who experience higher levels of well-being were also found to have higher levels of optimism, hope, and positive affective states. At the organizational level, this psychological state is also associated with better planning ability and more positive perceptions of workplace relationships. These results, thanks to the integration of research and clinical practice, form the basis for the implementation of intervention measures in terms of prevention.


Introduzione

Con wellbeing si definisce uno stato di benessere nel quale l’individuo è in grado di sfruttare al meglio le sue capacità cognitive ed emozionali [1]. Numerosi contributi hanno evidenziato come tanto più sono elevati i livelli di benessere individuale, tanto più si hanno livelli più elevati di engagement nei confronti della propria azienda e di maggior fiducia nei confronti della stessa [2,3]. Si rilevano infatti livelli più elevati di benessere individuale in coloro che lavorano in aziende che promuovono piani di welfare aziendale [4-6].

Il benessere psicologico in un contesto organizzativo è tuttavia un costrutto complesso che dipende da una molteplicità di fattori, quali ad esempio fattori di tipo individuale come qualità delle relazioni familiari e personali, incertezza sul futuro, e fattori di tipo organizzativo come gestione, comunicazione nel luogo di lavoro [7-9].

Dall’insorgere dell’emergenza sanitaria correlata alla diffusione del SARS-CoV-2, i professionisti sanitari sono stati impegnati in prima linea a fronteggiare l’epidemia nei vari setting del servizio sanitario e nelle varie fasi della sua evoluzione. A partire dal 2020, sono stati condotti in diversi paesi europei ed extraeuropei studi longitudinali (misure ripetute in momenti diversi della pandemia) che si sono concentrati sulla rilevazione del benessere negli operatori sanitari [10-12]. La maggior parte di questi studi ha preso in considerazione due momenti della pandemia: nel 2020 a inizio pandemia e nel 2021 quando, nonostante l’evoluzione e i cambiamenti che il panorama internazionale stava attraversando, la situazione emergenziale era ancora in atto. Complessivamente i risultati hanno evidenziato una riduzione del livello del benessere degli operatori, accompagnato da un aumento dei sintomi associati ad ansia, a depressione e a disturbo post-traumatico da stress [13-15]. Inoltre alcuni studi hanno evidenziato come i livelli di benessere risultassero associati a fattori di stress sia di tipo individuale, e dunque più legati alla persona, quali ad esempio la paura di essere contagiati e di ammalarsi gravemente, e fattori più legati al contesto lavorativo, quali ad esempio l’accesso limitato alle risorse oppure alle nuove relazioni sul luogo di lavoro [16-18]. Infine, molti studi si sono concentrati sugli aspetti protettivi legati al benessere degli operatori ed hanno evidenziato avere una predisposizione all’ottimismo, alla speranza, e alla sperimentazione di stati affettivi positivi [19].

L’emergenza epidemiologica ha comportato un imponente sforzo di riorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e, conseguentemente, anche di quello regionale ed aziendale, al fine di rispondere ai bisogni di cura della cittadinanza. Partendo da tali premesse è stato stipulato un accordo di collaborazione tra l’AOU-Careggi, il CRCR e l’Università di Firenze (Laboratorio di Psicometria - Dipartimento Neurofarba) sul progetto “BENESSERE PSICOLOGICO E PSICOSOCIALE DEI PROFESSIONISTI SANITARI DELL’ AOU-CAREGGI: UNO STUDIO LONGITUDINALE IN EMERGENZA COVID-19 (Provv. DG 322/2020)” allo scopo di offrire supporto all’azienda e ai professionisti AOUC in emergenza COVID-19 attraverso l’integrazione di competenze diverse. In particolare, fin dalle prime fasi della pandemia, è stata avviata un’attività di monitoraggio e ricerca in tema di benessere psicologico e psicosociale degli operatori attraverso numerose iniziative volte a sostenere gli operatori impegnati nella gestione dell’emergenza e nella riorganizzazione delle attività, anche a fronte di nuove esigenze e modalità lavorative (Provv.DG 322 del 22/6/2020).

Lo scopo principale della ricerca condotta nell’ambito di tale progetto è stato quello di rilevare attraverso un disegno longitudinale il benessere degli operatori sanitari con l’obiettivo di monitorare la loro condizione psicologica nei diversi tempi della pandemia, e al tempo stesso per rilevare eventuali cambiamenti nel tempo. In particolare, sono state condotte tre rilevazioni, ed in particolare nel 2020 (T0), nel 2021 (T1) e nel 2022 (T2). In questo modo, a differenza degli studi longitudinali [10-15] condotti negli altri contesti (Spagna, America, Irlanda, Giappone, Australia), è stato possibile rilevare il benessere psicologico degli operatori anche in una fase successiva alle fasi critiche della pandemia. Il Laboratorio di Psicometria ha collaborato alla definizione degli strumenti, dei materiali e dei metodi per il monitoraggio del benessere dei professionisti sanitari in ottica longitudinale. In particolare, per meglio valutare la condizione di benessere sono stati misurati sia fattori individuali che organizzativi, allo scopo di meglio cogliere la loro relazione con il benessere degli operatori nelle diverse fasi della pandemia. Inoltre, sono state delineate le caratteristiche che nella terza rilevazione, quindi nel dopo pandemia, differenziassero tra operatori con basso e alto livello di benessere. L’insieme dei risultati avrebbe quindi permesso di porre in evidenza il ruolo dei singoli fattori e di mettere a punto interventi e azioni mirate basate su evidenze empiriche.


Materiali e Metodi

Per rispondere agli obiettivi è stato messo a punto un protocollo che è stato somministrato on-line tramite la piattaforma aziendale (Lime Survey) in tre tempi differenti (T0, T1, T2). La prima rilevazione(T0) è stata condotta successivamente alla prima ondata di contagi da Sars-CoV-2, che ha esercitato una forte pressione sul SSN e conseguentemente sui professionisti sanitari dell’AOU-Careggi. La finestra di rilevazione è stata effettuata tra il 29 Giugno e il 15 Settembre 2020 ed hanno partecipato 1154 professionisti sanitari dell’AOU-Careggi (75% femmine, età media = 47.32, DS=10.31, range: 23-68 anni) (Tabella 1). La seconda rilevazione (T1) è stata condotta tra il 6 Febbraio e l’8 Maggio 2021, a distanza di circa un anno dall’inizio della pandemia, e in corrispondenza con i mesi di uscita dalla seconda ondata di contagi da Sars-CoV-2. Durante questa finestra di rilevazione hanno partecipato 1011 professionisti sanitari (75% femmine, età media = 47.55, DS=10.77, range: 22-69 anni) (Tabella 1). La terza rilevazione (T2) è stata condotta da maggio a settembre 2022 e ha visto la partecipazione di 1114 professionisti sanitari (75% femmine, età media = 49.09, DS=10.06, range: 22-70 anni) (Tabella 1).

Tabella 1

Il protocollo si componeva di una sezione dedicata alla rilevazione dei dati socio-anagrafici e una sezione che raccoglieva i seguenti strumenti: - World Health Organization Wellbeing Index (WHO-5) [20] per la rilevazione del livello di benessere; - Generalized Anxiety Disorder-7 (GAD-7) [21,22] che rilevava la presenza di sintomi associati all’ansia; - Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9) [22, 23] per la misura del livello di depressione; - Impact of Event Scale-15 (IES-15) [24] per la rilevazione del Disturbo Post Traumatico da Stress; - Individual and Organization related Stressors in Pandemic Scale- for Healthcare Workers (IOSPS-HW) [25] per la valutazione dei livelli di stress individuale e organizzativo; - Hope Scale (HOPE) [26] per la misura del livello di speranza; - la sottoscala della Positive and Negative Affect Schedule (PANAS) [27] per la misurazione della presenza di stati affettivi positivi; - Obiettivi futuri che indaga attraverso due dimensioni, l’ottimismo e la capacità di pianificazione, il raggiungimento di obiettivi; - Qualità delle relazioni nel luogo di lavoro, una scala creata ad hoc per questo progetto.


Risultati
Andamento del benessere nel tempo

Al momento della prima rilevazione (T0), periodo immediatamente successivo al primo lockdown, il livello medio complessivo di benessere degli operatori sanitari, risulta di poco superiore (M=21.90, DS=6.55) al livello medio (rappresentato nella Figura 1 con la linea rossa). Nelle rilevazioni condotte nei tempi successivi il livello medio di benessere risulta in entrambe più basso (rispettivamente al T1: M=18.89, DS=6.57 e al T2: M=19.13, DS=6.48). Si può inoltre notare una variabilità all’interno di ciascuna rilevazione, ad indicare una eterogeneità di livelli di benessere degli operatori sanitari durante la pandemia.

Figura 1
Figura 1. Andamento dei livelli di benessere degli operatori sanitari nelle tre rilevazioni (T0, T1 e T2).

Benessere e Fattori di rischio

Per meglio indagare la condizione di benessere mostrata dagli operatori durante la seconda (T1) e la terza (T2) rilevazione sono state indagate le relazioni sia con fattori individuali che organizzativi. In particolare, tra i fattori individuali, alla luce dei risultati emersi in indagini condotte con operatori sanitari [10-12], sono stati misurati sia il livello d’ansia che di depressione [13-15]. Inoltre la condizione creata dall’emergenza ha portato ad un aumento dello stress [16-18]. Per meglio valutare il peso sia di stressors individuali, come la paura del contagio e della malattia, che organizzativi, come quelli legati alle difficoltà di comunicazione o di organizzazione dei turni, sono state indagate le relazioni con il benessere in ciascun tempo. In linea con la letteratura si ipotizzava che all’aumentare dei sintomi di ansia e depressione e dei fattori di stress individuali e organizzativi diminuisse il livello di benessere percepito.

Dai risultati è emerso come al T1 il livello di benessere degli operatori sanitari risulti negativamente e significativamente correlato con i livelli di depressione, i livelli di ansia, i livelli di stress legati sia a fattori individuali che a fattori organizzativi (Tabella 2). Tali risultati vengono confermati anche in relazione al livello di benessere rilevato al T2. In particolare, il benessere degli operatori sanitari in un periodo post-pandemico risulta ancora fortemente correlato ai livelli di ansia e depressione, e permane una correlazione negativa e significativa anche con i livelli di stress individuale e organizzativo (Tabella 2).

Tabella 2

Il benessere nel dopo pandemia

Per meglio comprende la condizione del benessere nel dopo pandemia sono state prese in esame le differenze tra gli operatori che mostravano bassi e alti livelli di benessere. In particolare il livello di benessere è stato dicotomizzato secondo le regole di cutoff prestabilite dalla scala originale (WHO-5) [20] definendo due gruppi: con alto livello di benessere (per punteggi alla scala WHO-5 uguali o superiori a 70) e con basso livello di benessere (per punteggi alla scala WHO-5 inferiori a 70). Sono state esaminate le differenze considerando come variabili dipendenti sia fattori individuali che organizzativi. Tra i fattori individuali abbiamo considerato in particolare quei fattori che sono considerati protettivi nei confronti del livello di benessere percepito [19] in particolare sono stati misurati sia il livello di ottimismo che di speranza. Inoltre, è stata misurata la condizione affettiva in particolare in relazione alla capacità di sperimentare affetti positivi. I risultati hanno mostrato che il gruppo con un alto livello di benessere mostra un più elevato livello di ottimismo (t(854)= -13.20, p<.001, d di Cohen =.91), una maggiore speranza (t(854)= -11.98, p<.001, d di Cohen =.83), e una più elevata percezione di stati affettivi positivi (t(854)= -17.80, p<.001, d di Cohen =1.24) (Tabella 3).

Tabella 3


Per quanto riguarda i fattori organizzativi sono stati presi in esame la capacità di pianificazione e la percezione positiva delle relazioni lavorative per le quali, secondo quanto emerso in letteratura, ci si attendeva che ad una buona capacità di pianificazione e ad un buon clima lavorativo corrispondesse un livello di benessere più elevato [19]. I risultati hanno mostrato che a maggiori livelli di benessere corrispondono ad una maggiore capacità di pianificazione (t(854)= -15.69, p<.001, d di Cohen =1.03) e ad una percezione più positiva delle relazioni lavorative (t(854)= -9.83, p<.001, d di Cohen =.70) (Tabella 4).

Tabella 4


Conclusioni

Negli anni di pandemia da COVID-19 il benessere degli operatori sanitari, impegnati in prima linea nella gestione della salute, ha rappresentato un tema centrale. Molti studi si sono occupati di indagare i livelli di benessere percepito in momenti diversi della pandemia, tuttavia, risultano carenti dati relativi al periodo immediatamente successivo alla fase più emergenziale. Questo studio si è dunque posto come primo obiettivo la rilevazione dei livelli di benessere negli operatori sanitari non solo durante le fasi più emergenziali, ma anche in un periodo post-pandemico. I risultati hanno evidenziato che, dopo una prima fase in cui i livelli di benessere sembrano rimanere nella media, nel periodo successivo hanno mostrato una diminuzione fino a stabilizzarsi su livelli più bassi anche in epoca post-pandemica. Questi risultati potrebbero suggerire che nonostante le difficoltà nella prima fase pandemica gli operatori sanitari hanno dimostrato una capacità di mantenimento di una condizione di benessere. Tuttavia, dopo una prima fase di resilienza, i livelli di benessere si sono ridotti e a distanza di due anni dal primo lockdown non si sono ricreate le condizioni, ad esempio di tipo organizzativo, necessarie ad un ritorno a livelli di benessere nella media.

Nonostante l’andamento complessivo dei livelli di benessere risulti in calo, questo studio ha messo in evidenza l’eterogeneità dei rispondenti rispetto a tale risposta. Per questo motivo sono state indagate le relazioni con specifici fattori sia individuali legati alla persona che a fattori organizzativi più legati al contesto del lavoro. In linea con la letteratura esistente, è emerso come un basso livello di benessere è legato sia a fattori individuali come ansia, depressione e stress individuale che a fattori di stress legati al contesto organizzativo. Indagando in particolare le condizioni di benessere al T2, nel dopo pandemia, sono fattori come ottimismo, speranza e presenza di stati affettivi positivi che risultano più elevati negli operatori che hanno una condizione di maggiore benessere così come una buona capacità di pianificazione e una percezione positiva delle relazioni sul luogo di lavoro.


Osservatorio delle Scienze Umane e Sviluppo Organizzativo

Data l’importanza dei temi e delle evidenze emerse, nonché della loro ricaduta sulle attività di organizzazione, formazione e programmazione, l’AOU-Careggi, su proposta del Centro Criticità Relazionali (CRCR) ha deciso di mettere a sistema tali iniziative, estendendole oltre le circostanze legate alla questione emergenziale che ne aveva dato l’impulso. In particolare, l’attenzione al benessere psicologico e psicosociale dei professionisti, la valutazione nel tempo degli effetti delle azioni organizzative e formative intraprese, il monitoraggio dell’adattamento ai nuovi sistemi di lavoro da remoto e, più in generale, una cultura della salute delle organizzazioni, sono l’eredità più immediata che, in ottica di ciclo di vita, è stata raccolta come stimolo della situazione pandemica e sistematizzata per lo sviluppo dei sistemi organizzativi sanitari.

È a tal fine che l’AOU-Careggi, su proposta del CRCR, ha istituito l’“OSSERVATORIO DELLE SCIENZE UMANE E SVILUPPO ORGANIZZATIVO” (Provv. DG n.718/2021) che prevede la partecipazione dell’Azienda come ente capofila, con il coordinamento del CRCR ed il supporto scientifico e metodologico del Laboratorio di Psicometria, Dipartimento NEUROFARBA (UNIFI).La finalità generale dell’Osservatorio è sostenere la promozione di politiche aziendali e di rete che favoriscano la salute organizzativa delle Aziende e degli enti del Sistema Sanitario Regionale (SSR) della Toscana, promuovendo e monitorando il benessere lavorativo e psicosociale del personale. A tal proposito, con un atto successivo (Provv. DG n.256/2022), si è inteso disciplinare quanto previsto dall’Art.4 dell’Accordo Istitutivo dell’Osservatorio stesso, che prevede la partecipazione alle attività dell’Osservatorio da parte di altre Aziende ed Enti del SSR con le seguenti finalità condivise:

  • Attività di ricerca finalizzata all’analisi dei fattori individuali, di gruppo e organizzativi che possono avere un impatto sul benessere psicologico e psicosociale dei professionisti, dei gruppi di lavoro e delle organizzazioni
  • Monitoraggio del benessere dei professionisti e dei gruppi di lavoro in ottica di ciclo di vita professionale
  • Monitoraggio di azioni conseguenti, volte a promuovere il benessere dei professionisti, l’efficacia degli interventi
  • Creazione di un modello di rilevazione, analisi ed intervento sui temi oggetto di indagine, esportabile e replicabile a livello di sistema.

Riferimenti

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Riconoscimenti

Emanuele Baroni dichiara di aver libero e completo accesso ai dati presentati nel presente elaborato e si assume la responsabilità della loro correttezza e dell’accuratezza delle analisi su di essi condotte.

Tutti gli autori dichiarano di non avere conflitti di interesse.