Volume 27 - 27 Dicembre 2023

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I club alcologici territoriali: quali opportunità di rinascita dopo la pandemia

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Ricevuto il 02/12/2023 – Accettato il 10/12/2023



Riassunto

Negli ultimi anni, le associazioni di volontariato, stanno progressivamente perdendo capitale sociale ed umano e il mondo dei club non è stato immune da ciò. La pandemia ha accelerato l’involuzione delle associazioni appartenenti al terzo settore. L’ultimo congresso nazionale dell’AICAT (Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali) dal titolo “La vita non dipende. La funzione circolare della cultura ecologico sociale.”, svoltosi a Firenze nell’ottobre 2023, ha cercato di discutere proprio delle difficoltà attuali per poter invertire la rotta.


Abstract

"In recent years, volunteer organizations have been progressively losing social and human capital, and the world of clubs has not been immune to this. The pandemic has accelerated the involution of associations belonging to the third sector. The last national congress of AICAT (Italian Association of Territorial Alcological Clubs) titled "Life does not depend. The circular function of ecological social culture.", held in Florence in October 2023, tried to discuss precisely the current difficulties in order to be able to reverse this trend.”



La storia dei Club Alcologici Territoriali nasce dalla lungimiranza del prof. Vladimir Hudolin, psichiatra croato (1922- 1996), allora direttore della Clinica di Neurologia, Psichiatria, Alcologia ed altre dipendenze dell’Ospedale universitario di Zagabria; prof. Universitario di neurologia, psichiatria e psicologia medica a Zagabria; presidente dell’Associazione Mondiale di psichiatria sociale e membro del gruppo di esperti per l’alcolismo e le altre dipendenze per l’Organizzazione Mondiale di sanità.

Il professor Hudolin ha ideato ed applicato, attraverso la nascita dei Club (il primo Club nasce in Croazia nel 1964), l’Approccio Ecologico Sociale, sperimentato efficacemente per affrontare i problemi alcol correlati in una prospettiva di promozione della salute. Tale approccio esprime una sintesi fra le teorie scientifiche più innovative che si occupavano di sofferenza e salute mentale del 900(1).

L’ “invenzione” dei Club sta nell’incrocio di una tradizione psichiatrica che viene dalla psicoanalisi, passando attraverso le teorie dell’approccio interpersonale di Sullivan, della psichiatria sociale, dell’esperienza della comunità terapeutica di Maxwell Jones, della teoria generale dei sistemi di von Bertalanffy per includere la cibernetica e l’ecologia della mente, il lavoro sociale di rete e i suoi modelli, l’approccio familiare, la scienza della complessità ed i processi di partecipazione(2).

Tale approccio inoltre si sviluppa in sintonia con i piani d’azione che l’OMS ha prodotto fin dal 1978 con la Dichiarazione di Alma Ata, la Carta di Ottawa, la dichiarazione di Adelaide, la dichiarazione di Jakarta, Salute per tutti nel 2000, Salute nel 21° secolo Health 21, i due piani di azione europei sull’Alcol, la Carta Europea sull’Alcol con la sua etica e le dieci strategie- Conferenza di Parigi del 1995, la strategia globale sull’alcol.

È un approccio che sancisce la centralità del lavoro territoriale, dei programmi di comunità locale, del protagonismo dei cittadini nel tutelare e promuovere la salute in collaborazione con il sistema professionale e dell’assistenza primaria (1).

Per Ecologia Sociale si intende la disciplina che studia la società nei loro ambienti partendo da diversi orientamenti, cerca di integrare i diversi approcci che studiano le interazioni fra i gruppi umani ed i diversi ecosistemi naturali e umani. L’obbiettivo è di promuovere un uso sostenibile delle risorse per le generazioni future che hanno il diritto di ereditare un mondo abitabile, sano, in pace e con maggiore giustizia sociale.

Il concetto ecologico sociale si basa sul lavoro dei club, comunità multifamiliari autonome costituite da 2 non più di 12 famiglie. I problemi alcol correlati vengono inquadrati come un problema Sistemico e come uno stile di vita doloroso con ricadute psico-fisico-sociali, in contrasto con l’approccio medico classico che cerca di situarli esclusivamente in una dimensione biologica e/o psicopatologia (3).

È quindi un metodo che propone un cambiamento del comportamento della famiglia con PAC e della cultura della comunità tale da consentire a tutti una crescita e maturazione come libera scelta senza condizionamenti stigmatizzanti.

Da un punto di vista operativo, l’approccio ecologico sociale secondo il metodo Hudolin delinea:

  • Il cambiamento dello stile di vita, con il superamento del concetto di cura. Questa nuova visione restituisce la responsabilità al sistema relazionale che si attiverà per ricercare una migliore qualità di vita. In tal senso va declinato un nuovo ruolo degli operatori della salute nella comunità, e cioè quello di mobilitatori di risorse relazionali a vari livelli: nella famiglia e tra le famiglie con sofferenze legate all'alcol, nella comunità (famiglie, risorse pubbliche e del privato sociale)
  • L’approccio ecologico sociale non pone al centro del programma l’individuo, ma il contesto (partendo da quello familiare). Nei club si lavora partendo dal concetto che i Problemi Alcol Correlati sono espressione di stili di vita causati dalle relazioni e interazioni dei sistemi ecologici, nella comunità e nella famiglia. Di conseguenza tutto il sistema sofferente a causa dell'alcol deve entrare nel programma dove si promuove un cambiamento di stile di vita e culturale attraverso il coinvolgimento delle comunità locali. In quest’ottica, tutti i membri della famiglia devono modificare il loro stile di vita, crescere e maturare. Vanno messe in discussione le tradizionali credenze e stili di vita legati al bere, anche alla luce del fatto che sempre più evidenze sottolineano i rischi del “bere moderato”.
  • L’approccio ecologico sociale rappresenta un’esemplificazione teorica ed operativa di un’azione partecipata e comunitaria di promozione della salute (3).

Una comunità in cui si beve alcol produce sofferenze alcol correlate e proprio per questo Hudolin introdusse il concetto di interdipendenza che sancisce il principio etico della corresponsabilità, cioè che tutti siamo responsabili di tutti. Una Comunità aperta e proiettata nella normalità dei contesti di vita e di lavoro; ecologica, che si riconosce come parte di una comunità più ampia; solidale, dove si può cambiare insieme ; per tutti, perché non fa selezioni sociali, politiche, religiose o razziali; e competente, perché non rinuncia, ma propone uno stile di vita sano ed è portatrice di una proposta culturale nuovache interessa tutta la comunità locale.

Un approccio, quello Ecologico Sociale, scientifico e di comunità necessario per affrontare problematiche complesse e ad alta incidenza e prevalenza. Un metodo semplice ed altamente replicabile, non costoso (il sistema dei club si sviluppa su base volontaria), ed in continua interconnessione e collaborazione con il sistema pubblico e con tutti i nodi-risorsa della rete di una società per proteggere e promuovere la salute. (4). L’obiettivo del metodo è perseguire il cambiamento, in particolare quello dei comportamenti e degli stili di vita, ma anche della cultura sociale e degli equilibri ecologici della comunità partendo da un’appartenenza, dalla cultura e dalle tradizioni del gruppo in cui ci si riconosce per introdurre l’innovazione ed una rottura rispetto al passato.

È proprio nella logica della continuità culturale con ciò che ha lasciato il professor Hudolin che i Club nel 2010, in occasione del Congresso nazionale AICAT di Paestum, dopo una consultazione e innumerevoli discussioni e confronti a livello nazionale e locale, scelgono attraverso un nuovo nome di qualificarsi meglio come risorsa della e nella comunità per cambiare la cultura sociale rispetto all’uso di alcolici per promuovere stili di vita sani per tutta la popolazione. La maggior parte dei Club, circa il 70%, decide quindi di abbandonare la vecchia e storica definizione di “Club degli Alcolisti in Trattamento” per chiamarsi “Club Alcologici Territoriali”.

In questi anni hanno frequentato il club migliaia di famiglie che iniziavano il percorso di cambiamento per un problema alcol correlato ma che portavano la complessità propria di ogni essere umano (multidimensionalità) e con questa le sofferenze che spesso sono legate ai Problemi alcol correlati come ad esempio l’uso di altre sostanze, i disturbi psichici, le sofferenze legate all’azzardo, i disturbi comportamentali anche con risvolti penali, i problemi sociali, i gravi problemi esistenziali, i gravi problemi cronici somatici (multidimensionalità della sofferenza). La complessità delle situazioni che si presentano mette sempre più in luce la frammentarietà degli interventi sanitari e sociali focalizzati su una dimensione o sulla somma di più dimensioni.

La prospettiva è quella di provare tutti ad essere ecologici, riflettendo sul nostro modo di pensare e di sentirci dentro la realtà e cambiando conseguentemente anche le nostre pratiche quotidiane e professionali, consapevoli delle difficoltà.

Vivere in una comunità con uno spirito ecologico è un modo diverso di stare al mondo ed un superamento della condizione egocentrica, dove non ci si può accontentare di avere raggiunto un equilibrio permanente (6). L’equilibrio non è mai raggiunto, in quanto è costante ed inesauribile oscillazione dinamica, sottoposto alle imprevedibili perturbazioni ambientali ed esistenziali e non può essere definito statico. Una comunità che include, che accoglie le differenze come risorsa e che mette in relazione esseri umani produrrà più benessere e salute.

Le problematiche vengono affrontate nei luoghi e nelle relazioni nelle quali nascono e si strutturano. In una comunità ecologica nessuno può sottrarsi al coinvolgimento, alla corresponsabilità ed all’interdipendenza. Senza tali principi etici non ci potrà essere un possibile sviluppo verso un futuro di eguaglianza e di giustizia sociale.

È in questa ottica che i Club ultimamente stanno cercando di crescere focalizzando sempre più l’attenzione sull’approccio ecologico sociale; pur non abbandonando la mission legata alle sofferenze alcol correlate, ma andando oltre per diventare sempre più promotori di salute e stili di vita sostenibili e testimoni di cambiamento nella comunità.

Un percorso non certo facile che quotidianamente incontra le difficoltà di aggiornarsi ai cambiamenti culturali della comunità, per operare secondo un approccio ecologico. Altra difficoltà, a mio parere, l’inquadramento legislativo rispetto al terzo settore, che ha favorito ed implementato, nelle associazioni che ne fanno parte, politiche associative più assimilabili ad aziende private che operano nel libero mercato.

Negli ultimi anni, infatti, le associazioni di volontariato, stanno progressivamente perdendo capitale sociale ed umano e il mondo dei club non è stato immune da ciò. La pandemia ha accelerato l’involuzione delle associazioni appartenenti al terzo settore.

I club si sono ridotti di numero e l’età media dei membri di club si sta sempre più alzando.

L’ultimo congresso nazionale dell’AICAT (Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali) dal titolo “La vita non dipende. La funzione circolare della cultura ecologico sociale.”, svoltosi a Firenze nell’ottobre 2023, ha cercato di discutere proprio delle difficoltà attuali per poter invertire la rotta (7).

L’ultimo congresso nazionale dell’AICAT (Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali) dal titolo “La vita non dipende. La funzione circolare della cultura ecologico sociale.”, svoltosi a Firenze nell’ottobre 2023, ha cercato di discutere proprio delle difficoltà attuali per poter invertire la rotta (7).

I circa 650 partecipanti provenienti da tutta Italia sono stati stimolati a riflettere sui seguenti punti oggetto di laboratori tematici:

  • Per andare oltre il club - il club bene comune
  • Per un futuro sostenibile- economia circolare
  • Per una nuova cultura della salute-benessere integrale
  • Per comprendere, condividere e rilanciare la nostra identità
  • Il nostro capitale sociale al servizio per costruire politiche condivise.

Partendo dall’alcol e dalle sofferenze che genera, i club si stanno sempre più focalizzando sull’approccio ecologico; un potenziale enorme rispetto alle difficoltà che le nostre comunità incontreranno nel prossimo futuro.


Bibliografia

1) “Manifesto sul’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi”, (A. Baselice, G. Corlito, R.Cuni, F. Marcomini, M.T. Salerno), AICAT, Salerno 2011.

2) Manuale di Alcologia (Vladimir Hudolin)- Edizione critica a cura dell’AICAT (gruppo di lavoro: G. Corlito (coordinatore), G. Aquilino, A. Baselice, D.), Ed. Centro Studi Erickson S.p.A, Trento, 2015.

3) I Club Alcologici Territoriali (Metodo Hudolin). Manuale di EcoAlcologia. (A cura di Giampaolo Carcangiu). Edizioni Teoremauno, Cagliari, 2011.

4) Da Basaglia ad Hudolin: verso una comunità ecologica. (F. Bardicchia) NRSP Vol.17, Siena, 2018.

5) Lo studio VALCAT: valutazione a lungo termine dei Club degli Alcolisti in Trattamento (oggi Club Alcologici Territoriali). Corlito G, Piani F, Morosini P, Cernuto F, Toniutti L.; Alcologia. 2014.

6) Sulla Ecologia Integrale- Riflessioni (C. Zorzi, V. Cerrato, F. Marcomini), Proget Type Studio, stampa: Nuova GRAFOTECNICA, Padova, 2018.

7) RIFLESSIONI CONCLUSIVE DEL XXX CONGRESSO AICAT “La vita non dipende. La funzione circolare della cultura ecologico sociale.”. Firenze, 27-29 Ottobre 2023.

8) Sofferenza Multidimensionale della Famiglia (Vladimir Hudolin),Ed. Educare, Padova, 1995.

9) Psichiatria Alcologia riabilitazione (a cura di V.Hudolin, G. Corlito), Ed. Centro studi Erickson, Trento, 1997.