Volume 17 - 3 Settembre 2018

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NOTA EDITORIALE
Ancora sulle prassi e le esperienze territoriali innovative
nei Servizi pubblici di salute mentale

Autori


In questo numero della rivista, abbiamo voluto produrre una serie corposa di contributi che vanno nella stessa direzione del primo numero pubblicato nel 2018, ovvero che si centrano sulle pratiche dei Servizi, sulle esperienze concrete e sulle evidenze scientifiche; questo a quarant’anni dalla Legge di riforma, dimostra, semmai qualcuno ne sentisse il bisogno, la vitalità di alcuni Servizi e il senso profondo dell’impegno sul territorio.

La scelta di dare voce a questi contributi si basa sul convincimento che riteniamo essere fondamentale il valore delle evidenze e dei dati scientifici, ma crediamo anche che tali valutazioni debbano integrarsi e sostanziarsi nelle prassi operative dei Servizi ed essere precedute da una valutazione di tipo etico che fa riferimento al Servizio mentale pubblico come Servizio che promuove la salute mentale di comunità.

In questo senso condividiamo quanto riportato nel documento prodotto nel 2017 dal Comitato Nazionale per la Bioetica, dal titolo “La cura delle persone con malattie mentali: alcuni problemi bioetici” (1), dove si sottolinea la necessità di integrare la “cure, centrata sulle componenti neurobiologiche alla base della malattia, e la care, il prendersi cura della sofferenza, della soggettività e dei bisogni della persona”, considerando tra l’altro la responsabilità sociale relativa a stigma, discriminazione e riconoscimento dei fondamentali diritti umani. Crediamo pertanto essenziale sviluppare l’integrazione di cure e di care nel rispetto dei principi di etica, evidenze ed esperienze.

Nell’ambito dei lavori raccolti in questo numero della rivista, Simone Bruschetta propone una visione della salute mentale di comunità che si declina attraverso l’ottica del Progetto Visiting, basata sui concetti di società democratica e bene comune ed orientata alla recovery. In questa ottica, in un successivo lavoro di Bruschetta vengono presentati i questionari “Mental Health Service Recovery-Oriented”, sviluppati dal Progetto Visiting DTC, per una valutazione empirica dell’orientamento alla recovery dei Servizi.

Nel lavoro di Gian Luigi Bettoli attraverso le storie di alcune cooperative sociali, si fa riferimento alla storia del welfare italiano.

Giuseppe Riefolo e Silvia Raimondi propongono un’originale esperienza relativa ad interventi centrati sulla popolazione dei senza fissa dimora, che costituisce indubbiamente una difficile sfida per i Servizi, sfida che gli autori affrontano attraverso un gruppo di lavoro integrato ed una rete di collaborazioni fra servizi con chiare competenze reciproche.

Antonella Bruni e chi scrive riprendono un tema già affrontato nel precedente numero della rivista ovvero la gestione dei disturbi dello spettro autistico in età adulta, nel contesto dei Servizi di salute mentale, considerando: le specifiche difficoltà relative ad alcuni domini cognitivi; la necessità di una diagnosi accurata e “qualitativa”; la necessaria decodifica del valore comunicativo del sintomo; l’utilizzo di setting appropriati; le peculiarità della relazione terapeutica.

Salvatore Inglese e colleghi affrontano il tema urgente ed attuale della psichiatria transculturale, nella prospettiva secondo cui culture e lingue diverse interpretano diversamente la realtà e le esperienze, sottolineando l’importanza per i Servizi, di accrescere tale consapevolezza e proponendo quindi possibili soluzioni.

Vittorio Infante e colleghi, ancora in una prospettiva antropo-fenomenologica e transculturale, affrontano il tema complesso del multiculturalismo e dell’accettazione del migrante, con le correlate modalità di riconoscimento dello status legale di cittadinanza.

Costanza Amici e colleghi propongono l’esperienza della mediazione etnoclinica come dispositivo di intervento capace di ridefinire i percorsi di presa in carico nei Servizi pubblici di salute mentale, facendo riferimento ad un’esperienza di ricerca condotta presso alcuni centri di salute mentale del territorio perugino.

Giuseppe Salluce e colleghi definiscono nel loro lavoro le fasi che hanno permesso l’affermarsi del servizio di supporto all’abitare per persone con disturbi mentali gravi, nel territorio materano, sottolineando tra i risultati raggiunti, il miglioramento della qualità della vita degli utenti in carico ed una riduzione dei costi, rispetto alle tradizionali soluzioni residenziali.

Francesco Bardicchia propone un parallelismo storico ed antropologico tra i percorsi che hanno portato con Franco Basaglia alla Legge 180 ed i processi che hanno condotto Vladimir Hudolin a ridefinire l’approccio ai problemi alcol correlati, in una prospettiva comunitaria ecologica.

Marco Lussetti e colleghi analizzano nel contesto della realtà dei Servizi, il tema dei disturbi mentali comuni che pur se correlati ad importante compromissione della qualità della vita, risultano in larga percentuale non adeguatamente trattati. Gli autori propongono quindi un approccio a tali disturbi in una prospettiva di collaborazione tra utenti, gruppi di auto-mutuo aiuto, Medici di Medicina Generale e professionisti della salute mentale.

Angelo Malinconico e colleghi propongono i dati di una ricerca in corso in una Comunità riabilitativa psico-sociale molisana, fornendo una lettura complessa dei dati che tiene conto anche della centralità delle storie individuali e del rapporto dialettico tra le categorie generali di valutazione e le prassi operative specifiche della cultura terapeutica di ciascun luogo di cura.

Raffaele Barone e colleghi sostengono uno specifico cambiamento epistemologico nel contesto dei Servizi di salute mentale, proponendo un’esperienza di collaborazione più paritaria tra operatori ed utenti, attraverso la figura del facilitatore sociale. Tale esperienza si sviluppa nell’ambito di un progetto che ha coinvolto l'Azienda Sanitaria di Catania e che si è tradotto in un efficace miglioramento della qualità percepita da utenti e operatori.

Raffaele Barone e Angela Volpe sottolineano la relazione intrinseca tra democrazia e salute mentale, e la relazione di entrambi questi concetti con i temi della dignità, dei diritti, della partecipazione e della felicità. In questa ottica, vengono quindi esplorati specifici dispositivi terapeutici quali il “gruppo multifamiliare”, l’”open dialogue”, la “comunità terapeutica democratica” e l’”inclusione socio-lavorativa”. Gli autori pongono inoltre un’attenzione critica a specifiche attuali tendenze verso logiche prestazionali e parcellizzanti, incapaci di cogliere la prospettiva comunitaria e di considerare la persona nella sua complessità.

Infine Carlotta Bevacqua propone un’esperienza di attivazione delle risorse comunitarierealizzata nell’U.F. Salute Mentale Adulti area grossetana, attraverso un torneo di calcio a cinque (progetto "La Zampata"), finalizzato a favorire l’inclusione nelle sfide sportive, di tutte quelle persone che per varie ragioni, tendono a rimanerne escluse. Il tema generale di questa esperienza è l’area della prevenzione secondaria del disagio psichico e la sensibilizzazione della comunità allargata, attraverso la strutturazione di ambienti abilitanti e la promozione di reti finalizzate a sviluppare progetti di salute, inclusione e partecipazione sociale.

Crediamo infine che i Servizi debbano avere sempre tra i loro obiettivi quello di sostenere percorsi di promozione della salute capaci di sviluppare resilienza e di ridurre i fattori di vulnerabilità, partendo dalle culture e dalle risorse delle persone e dei territori ove sono inseriti, favorendo sinergie e attivando reti capaci di agire anche in termini preventivi e proattivi, promuovendo salute mentale individuale e collettiva. Ciò nella consapevolezza che possiamo sviluppare interventi efficaci solo tenendo a mente la possibilità di attivare molteplici risposte capaci di volta in volta di confrontarsi con una complessa interazione di fattori individuali (biologici e psicologici), culturali e contestuali.


Nota bibliografica

1) Comitato Nazionale di bioetica. Presidenza del Consiglio dei Ministri. “La cura delle persone con malattie mentali: alcuni problemi bioetici”, 2017, http://bioetica.governo.it/it/documenti/pareri-e-risposte/anno-2017/